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  • Baggio, la Virtus e il magico '97-'98: Bologna sogna con Teodosic e l'utopia Ibra

    Baggio, la Virtus e il magico '97-'98: Bologna sogna con Teodosic e l'utopia Ibra

    • Federico Albrizio
    Le strade dello sport sono infinite, imprevedibili, curiose, spesso intrecciano tra di loro varie discipline, con corsi e ricorsi storici. E se la piazza è da sempre legata a doppio filo a due mondi diversi, il tutto è ancora più facile. Bologna è da sempre patria del pallone, che sia quello colpito con i piedi o scagliato con le mani: città del calcio, con i sette scudetti e le vittorie internazionali dei rossoblù, basket city con Virtus e Fortitudo, capisaldi italiani della sfera a spicchi. Grandi successi e grandi cadute, ma nella sua storia Bologna ha dimostrato di sapersi sempre rialzare e di non voler mai smettere di pensare in grande. L'ultima testimonianza la offre il calciomercato: Zlatan Ibrahimovic non è una semplice voce, ma un'utopia che, per voce degli stessi dirigenti rossoblù, la società emiliana intende realizzare ad ogni costo. Riportare un altro campione di livello mondiale, seppur nel finale della sua carriera, all'ombra delle due torri: i tifosi sorridono e cullano il sogno, ricordando l'ultimo grandissimo del pallone passato al Dall'Ara e uno dei periodi di massimo splendore sportivo della città.

    '97-'98: L'ANNO DI GRAZIA - Tuffo indietro nel tempo. È il 18 luglio 1997 quando Roberto Baggio sbarca sul pianeta Bologna. Ha 30 anni, arriva dal Milan e cerca di rilanciarsi per trovare un posto tra i 22 per il Mondiale. Il Divin Codino non tradisce la fiducia del presidente Gazzoni Frascara: 22 gol in 30 partite, rossoblù all'ottavo posto in Serie A. Una stagione da urlo che gli anche vale il ritorno a Milano questa volta sponda Inter, l'estate successiva. Un anno bello per la Bologna del calcio, magico per quella del basket. Dominano il movimento azzurro Fortitudo e soprattutto Virtus, ancora una volta sul tetto d'Italia e d'Europa. Capitan Binelli, i nuovi arrivati Sconochini e Rigaudeau e il figliol prodigo Predrag Danilovic: è la Kinder, un gruppo storico che conquista la Serie A1 chiudendo al primo posto la stagione regolare battendo in finale dei playoff proprio i rivali della Fortitudo, allora Teamsystem. La festa grande per le V nere, però, è in Europa: altro derby vinto con il 2-0 alla Teamsystem/Fortitudo nei quarti, uno dei passi che portano alla finale contro l'AEK Atene che regala alla Kinder la vittoria dell'Eurolega FIBA. Guidata da niente meno che... coach Ettore Messina, tornato in Italia proprio quest'anno, all'Olimpia Milano.

    SI TORNA A SOGNARE - Ricordi di un passato glorioso, tornati prepotentemente quest'anno. Perché la Bologna pallonara sogna con Ibrahimovic e quella cestista lo fa con una Virtus prima in Eurocup e capolista imbattuta in Serie A dopo le prime sette giornate, trascinata da un campione di livello mondiale come Milos Teodosic, e una Fortitudo al settimo posto. Se avessimo raccontato questa storia a un bolognese solo pochi anni fa ci avrebbe riso in faccia. Basta tornare al 2014 e all'ingresso in scena dell'attuale proprietà del Bologna calcio. Il 14 ottobre Joey Saputo, già proprietario dei Montreal Impact in MLS, prende le redini dei felsinei nella cordata guidata da Tacopina (nel dicembre dello stesso anno sarà ufficializzato chairman, nel settembre del 2015 dopo le dimissioni di Tacopina sarà solo alla guida degli emiliani). Ed eredita una situazione estremamente complicata: la stagione si è chiusa con la quarta retrocessione nella storia del Bologna, duramente contestato e con il presidente onorario Gianni Morandi che ha lasciato il proprio incarico nel momento dell'aritmetica retrocessione (sconfitta in casa contro il Catania alla penultima giornata). Non se la passa meglio la pallacanestro: la Virtus chiude il campionato al 13° posto, fuori da Final Eight di Coppa Italia e playoff scudetto (ottava l'anno successivo ed eliminata da Milano, V nere retrocesse nel 2015/16); la ricostituita Fortitudo Pallacanestro Bologna 103 viene dalla delusione in Divisione Nazionale B e si prepara alla nuova Serie B 2014/15 (che regalerà la gioia della promozione in A2). Cinque anni sono passati e sono bastati per lasciarsi alle spalle uno dei momenti più bui della storia dello sport bolognese, che ora torna a sognare in grande: manca solo Ibrahimovic, lo svedese può essere il contraltare di Teodosic per restituire a Bologna quella dimensione e quell'appeal internazionale che da tempo brama, nel calcio e nel basket.

    @Albri_Fede90

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