Avvocati all'assalto:| Per Doni & C. è dura
Il momento più emozionante della giornata di processo calcioscommesse, l´ultima prima della sentenza prevista tra lunedì e martedì, è arrivato verso sera, quando i giornalisti costretti per ore in una stanza al primo piano - il processo si tiene invece nel lussuoso seminterrato - hanno incrociato Maarten Stekelenburg, il nuovo portiere della Roma, appena arrivato dall´Ajax e sceso all´Hotel Parco dei Principi (nei giorni scorsi, negli stessi corridoi, tra americani a piedi nudi e russe in bikini, s´era intravisto Woody Allen ma se ne sono accorti in pochi).
Per il resto è stato tutto piuttosto noioso, visto che l´esito della vicenda è scontato: gli incolpati al massimo riusciranno a limitare i danni, non di certo a rovesciare l´impianto dell´accusa proposto dal procuratore federale Stefano Palazzi. E questo, nonostante la precisione e la forza delle arringhe degli avvocati, su tutte quella di Salvatore Pino (Doni e Manfredini), Filippo Dinacci (Santoni) e Guido Alleva (Gervasoni). Per come è strutturato il processo sportivo, per i parametri che vengono usati, le vie di salvezza per chi finisca accusato sono davvero poche. Forse è anche per questo che Palazzi - evidentemente un po´ troppo rilassato - ha finito per soccombere, almeno sul piano verbale, di fronte agli avvocati che gli facevano notare (avvocato Pino) come Micolucci, il «primo pentito del calcio italiano», sia in realtà ben poco credibile, avendo dato tre versioni diverse a seconda di chi lo interrogasse, oppure (avvocato Alleva) come sia impossibile che sempre Micolucci abbia incontrato qualcuno il 2 aprile scorso ad Ascoli visto che si trovava in ritiro a Novara. La camera di consiglio dovrebbe durare fino a lunedì sera. Poi, la sentenza chiuderà questo primo capitolo di calcioscommesse.