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Ausilio, nuovo affondo contro Lukaku: "Ha fatto cose lontane dall'essere corrette, contento di quello che è arrivato dopo"
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Il direttore sportivo dell’Inter Piero Ausilio è uno dei protagonisti del docufilm prodotto dalla Lega Serie A sulla conquista del ventesimo Scudetto da parte dell’Inter, “Intergalactic”. Il dirigente nerazzurro si è soffermato su alcuni dei segreti sulla squadra di Inzaghi, passando per il racconto di come siano nati due colpi determinanti come Marcus Thuram e Yann Sommer. Ma rilasciando dichiarazioni al vetriolo nuovamente nei confronti di Romelu Lukaku, la cui mancata permanenza all’Inter ha costretto lo stesso Ausilio a cambiare le sue strategie.
L'ATTACCO - Queste le parole del ds nerazzurro: "Preferirei non parlarne, dico solo che in tutte le cose deve esserci educazione e rispetto. Sai quante trattative sfumano, con quanti giocatori? Ma se c'è la voglia di dirsi le cose in faccia, guardandosi negli occhi con rispetto, non c'è mai problema. Quando invece si stacca al telefono, non si risponde, si danno mezze risposte o si fanno cose molto lontane dall'essere corrette, allora lì pensi che sia il momento di voltar pagina. Per me è una cosa chiusa dall'8 di luglio, perché ricordo perfettamente la data. Non c'è nessun problema e sono contento di quello che è arrivato dopo".
INTUIZIONE THURAM - Al suo posto è arrivato dal Borussia Monchengladbach Marcus Thuram, capace di trasformarsi da attaccante esterno a partner perfetto, in posizione più centrale, di Lautaro Martinez: "La prima volta che ne ho parlato in società fu dopo la cessione di Lukaku al Chelsea. Giocava esterno alto nel Gladbach, non era una prima punta e non sapeva manco lui di esserlo. Oltre a Dzeko ci mancava qualcosa per completare il reparto e lui era il prescelto. Si infortunò, rimase ai box per qualche mese e dovemmo cambiare obiettivo (arrivò Correa, ndr). Però quegli incontri sono stati la base, con Lilian lo ricordavamo e mi dice sempre che sono stato il primo a capire che suo figlio poteva fare la prima punta. Lui non l'ha dimenticato e nemmeno Marcus, che ricordava il progetto che avevamo su di lui. Così ci siamo presi quel vantaggio necessario per ingaggiarlo".
L'ATTACCO - Queste le parole del ds nerazzurro: "Preferirei non parlarne, dico solo che in tutte le cose deve esserci educazione e rispetto. Sai quante trattative sfumano, con quanti giocatori? Ma se c'è la voglia di dirsi le cose in faccia, guardandosi negli occhi con rispetto, non c'è mai problema. Quando invece si stacca al telefono, non si risponde, si danno mezze risposte o si fanno cose molto lontane dall'essere corrette, allora lì pensi che sia il momento di voltar pagina. Per me è una cosa chiusa dall'8 di luglio, perché ricordo perfettamente la data. Non c'è nessun problema e sono contento di quello che è arrivato dopo".
INTUIZIONE THURAM - Al suo posto è arrivato dal Borussia Monchengladbach Marcus Thuram, capace di trasformarsi da attaccante esterno a partner perfetto, in posizione più centrale, di Lautaro Martinez: "La prima volta che ne ho parlato in società fu dopo la cessione di Lukaku al Chelsea. Giocava esterno alto nel Gladbach, non era una prima punta e non sapeva manco lui di esserlo. Oltre a Dzeko ci mancava qualcosa per completare il reparto e lui era il prescelto. Si infortunò, rimase ai box per qualche mese e dovemmo cambiare obiettivo (arrivò Correa, ndr). Però quegli incontri sono stati la base, con Lilian lo ricordavamo e mi dice sempre che sono stato il primo a capire che suo figlio poteva fare la prima punta. Lui non l'ha dimenticato e nemmeno Marcus, che ricordava il progetto che avevamo su di lui. Così ci siamo presi quel vantaggio necessario per ingaggiarlo".