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    Aureliano a 360°: 'Var come il migliore amico, zero prevenzione verso i giocatori. La zona grigia e il Var a chiamata...'

    Aureliano a 360°: 'Var come il migliore amico, zero prevenzione verso i giocatori. La zona grigia e il Var a chiamata...'

    Gianluca Aureliano, arbitro della sezione AIA di Bologna, parla a Qui Studio Voi Stadio su TeleLombardia: "Il Var è il nostro migliore amico, non è ingerente nè ha problemi ad intervenire. Il nostro è un gruppo sia arbitro che Var. Per noi è il miglior amico che ci mette il dito nella piaga, non quello che ci protegge. Tifosi? Non vediamo l'ora di riaverli, come i giocatori. Non ci snaturiamo se il pubblico c'è o no, ora chele nostre parole possono essere percepite dalle telecamere è bello perché si capisce cosa diciamo e qual è il nostro approccio. Con il pubblico la stampa sarà penalizzata, non sentirà ciò che diciamo". 

    SU TORINO-PARMA DI LUNEDI' - "Sono sempre attento a tutte le belle partite. Le preparo con impegno, in maniera congrua. Questa è una sfida importante e la si prepara guardando le partite, analizzando ogni episodio negativo. Si studia come giocano le squadre. A me, però, in particolare interessa la preparazione della squadra arbitrale, trovando le giuste motivazioni, fondamentali per capire il momento dei giocatori in campo".

    SUGLI AURICOLARI - "Quando abbiamo l'auricolare non si fa la telecronaca, si parla quando è necessario. Lo si stabilisce in base agli episodi, in cui si parla tanto perché si discute di ciò che è successo. Ad esempio in Roma-Napoli Rocchi mi ha dato un'informazione, io gli ho spiegato che la mano era attaccata al corpo ma il movimento volontario, e gli ho consigliato di rivederlo".

    SULLE DESIGNAZIONI - "A me non interessa di chi sarò Var o chi mi farà il Var. Nel momento in cui è formata la squadra, quella è". 

    SUL CHALLANGE DALLA PANCHINA - "Noi applichiamo quel che ci viene chiesto. Se un giorno una panchina potrà chiedere il challenge, lo faremo. Al momento non è così: è una questione normativa, non di applicazione". 

    SULLA PREVENZIONE VERSO CERTI GIOCATORI - "Avere attenzione particolare significherebbe classificare i giocatori in alcuni di Serie A e alcuni di Serie B: non è così. C'è una preparazione, che consiste nel studiare le tattiche. Studiamo i movimenti dei giocatori, Lautaro e Dybala ma anche Simy. Non è che se Lautaro è stato ammonito per simulazione la settimana precedente allora Lautaro simula". 

    SUL CAMBIO DI GIUDIZIO IN EUROPA - "E' una questione di prospettiva: guardando una partita all'estero non c'è l'accanimento che c'è guardando Juve o Milan, l'arbitro non si nota. E viceversa. La prospettiva nostra non è prendere le medaglie, ma non essere nominati. L'obiettivo nostro è non essere nominati nella moviola. Il voto sul giornale? Lo leggo, certo, è sempre negativo il mio (ride, ndr)".

    SULLA ZONA GRIGIA - "Più si è vicini più si vede l'episodio. La zona grigia non c'è, significherebbe non decidere. Noi dobbiamo essere concentrati per essere nel posto giusto per decidere. Corsa? In una media intorno agli 8-9 km".

    SU COSA CAMBIEREBBE DEL VAR - "Io applico ciò che mi viene detto. Al momento attuale secondo me funziona molto bene".

    SUL PIZZINO DELLA PANCHINA DELL'ENTELLA COL FROSINONE - "Pochi giorni prima era morto un arbitro della sezione di Torino, ebbe un significato emotivo su tutti noi, che scendemmo in campo col lutto al braccio. Pensavo, come tutti gli arbitri, di aver fatto un primo anno spumeggiante e fare un secondo che mi portasse in Serie A. Prima di quella partita, a Latina, Stefano Farina buttò il libretto degli appunti sul tavolo e mi disse: 'Come si fa ad arbitrare così?'. Sbagliai due rigori e due espulsioni negli ultimi minuti, Stefano Farina non mi fermò e mi fece arbitrare ancora. In un'altra partita un altro designatore mi diede un voto molto alto. Poi toccò a Frosinone-Entella, ero carico, forse eccessivamente. Il primo errore fu espellere Soddimo per una gomitata. Negli ultimi minuti nell'area del Frosinone, sotto la curva, vidi le braccia di un difensore che abbracciavano l'attaccante dell'Entella, lo reputai falloso. Quando lo rividi in tv mi accorsi che era leggero. La storia del pizzino non la sapevo, l'ho letta sui giornali il giorno dopo. E la giustizia sportiva ha fatto il suo corso, archiviando tutto. Era un appunto del team manager dell'Entella".  

    SULLA DIFFERENZA TRA I FALLI IMPRUDENTI E I FALLI GRAVI - "L'imprudente è quello in cui, entrando per prendere il pallone, mi assumo il rischio di poter prendere l'avversario. Quello grave avviene quando l'importante è fermare l'azione, a prescindere dal pallone".

    SUL PROFESSIONISMO - "Gli ultimi eventi legislativi emanati dal governo Draghi e in vigore dal luglio 2022 noi arbitri che arbitriamo serie professionistiche dovremmo essere inquadrati come lavorati subordinati".

    SUI TELECRONISTI - "A noi piace ascoltare telecronisti gentili. La giustizia può essere senza gentilezza, la gentilezza ha in sé la giustizia. Un telecronista non deve giudicare, deve riportare". 

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