Auguri Sheva, come te nessuno mai
Gli occhi, quegli occhi: cinici, spietati, quasi agghiaccianti. Nessuno poteva dubitare che il rigore calciato a Manchester, nella finale del 2003 contro la Juventus, potesse non finire in gol. In quello sguardo si nota la prerogativa che ha portato Sheva a vincere il Pallone d'Oro e a diventare uno degli attaccanti più forti della modernità: la cattiveria, la voglia infinita, la pazienza e la tenacia, come nei primi allenamenti in rossonero.
Come quando, pur fumando un pacchetto di sigarette al giorno, a Kiev era quello che correva di più, agli ordini del Colonnello Lobanovskiy. Tecnica, forza, velocità: non era Ronaldo, ma i tifosi del Milan, con Sheva, di Ronaldo non ne ebbero mai bisogno. Perchè "non è brasiliano però...". Auguri Sheva, auguri all'attaccante che mi ha fatto innamorare del calcio, auguri all'uomo di cui ho ancora l'autografo attaccato sopra al letto. Auguri al più grande che ho visto, non ti dimenticherò mai. Auguri, #Sheva40!
@AleDigio89