Un cinese per la Fiorentina
In questo momento, un’attesa increspata da qualche inquietudine interna, è forse l’unica strategia. Il karaoke di Andrea Della Valle a Moena forse diverte per una decina di secondi giusto Cognini, i calciatori compulsano lo smartphone, Sousa guarda verso il fondo valle, mentre Corvino intesse trame fittissime per tele di pochi centimetri.
Sousa è la cartina di tornasole di uno stato d’immobilità febbrile: sembra che voglia farsi da parte, vedere quel che succede, aspettare sulla riva del fiume. A Cesena non schiera la prima formazione, adducendo la scusa che lui “questa partita non la voleva”; prima ancora si smarca, ritagliandosi un suo limitato Aventino tecnico in cui ribadisce che il suo compito è allenare, solo allenare, senza entrare in scelte di mercato.
Da 11 mesi e 8 giorni si è in attesa del forte difensore che dovrebbe irrobustire la difesa. Gli abbonamenti latitano e il viola sbiadisce sotto i raggi cocenti del sole d’agosto. Non dà i brividi, infatti, sapere che tutto è legato alle cessioni di Gomez e Babacar né che riuscire a tenere Badelj sarebbe già un gran bell’obiettivo.
Attesa, immobilità, minima manutenzione, come se la mediocrità fosse già un bel risultato… Oppure no. Attesa e poca spesa, sperando che prima o poi arrivi un compratore dagli occhi a mandorla.