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    Milan, rivoluzione in attacco

    Milan, rivoluzione in attacco

    L'attacco del Milan sembra la Milano pre Expo 2015: lavori in corso ovunque e poche certezze sul futuro. Una di queste è Mario Balotelli, arrivato a gennaio del Manchester City e capace di trascinare i rossoneri ai playoff Champions con 12 gol in 13 partite. Escluso Supermario, nella testa di Allegri (e di Galliani) ci sono tanti, troppi punti interregativi, quesiti da risolvere in tempi rapidi, perchè il raduno si avvicina e ad agosto ci sono già due sfide da "dentro o fuori". Pazzini sarà ai box fino a novembre, Bojan è stato rispedito a Barcellona, Robinho vuole tornare in Brasile, Niang è stato chiesto dalla Sampdoria nell'affare Poli, El Shaarawy e Boateng sono stati messi sul mercato per fare cassa: nel Milan solo Balotelli e l'incognita Saponara sono sicuri di essere ai nastri di partenza tra due mesi.

    Se si aggiunge la scelta di lasciare Paloschi al Chievo e la cessione probabile di Oduamadi (la sua esplosione con la Nigeria non è passata inosservata, andrà in ritiro ma per lui si ascolteranno offerte) il Milan rischia di dover correre contro il tempo per costruire un reparto che non può essere sostenuto solo da Balotelli. Galliani è avvisato, Tevez (per cui la Juventus resta comunque in vantaggio) non può essere l'unica soluzione.

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