Focus attacco Italia. Nell'anno dei Mondiali tanti infortuni, pochi gol e un ritiro eccellente: ora è davvero allarme
Inizia l'anno dei Mondiali e l'attacco dell'Italia è letteralente a pezzi. Il ct Cesare Prandelli si guarda in giro e, ovunque si giri, vede brutte notizie.
Nella Juventus schiacciassi e quasi tutta italiana, i protagonisti dell'attacco sono però stranieri, Tevez e Llorente. Fabio Quagliarella e Sebastian Giovinco sono dei comprimari.
Nella Roma, capitan Francesco Totti, dopo un grandissimo inizio di stagione, ha rimediato un infortunio. E dopo il ritorno in campo, lo si è visto anche contro la Juventus, non sembra più quello che avevamo ammirato fra settembre e ottobre. Il recupero è lento, l'età c'è e si fa sentire. E poi c'è Mattia Destro: tornato da un infortunio pesante, ha trovato subito il gol con regolarità, ma da qui a dire che possa essere tenuto in considerazione per Brasile 2014, gli servono mesi di gioco regolare e con una buona qualità media di rendimento.
Nel Napoli dei bomber stranieri Higuain e Callejon, il giovane Lorenzo Insigne fatica a trovare spazio e maglie da titolare.
Nella Fiorentina, stiamo assistendo in queste ore all'ennesimo infortunio al ginocchio da parte di Giuseppe Rossi. Per fortuna sembra meno grave dei precedenti: non sarà necessario un intervento, ma tre mesi di stop nell'anno dei Mondiali rappresentano pur sempre un'incognita. In ogni caso, Prandelli è stato chiaro è ha subito lanciato un messaggio a Pepito: "Ti aspettiamo".
L'Inter è un capitolo chiuso in partenza: lì, di attaccanti italiani, proprio non ce ne sono.
Il Milan invece di attaccanti italiani da Nazionale ne ha tanti, ma ognuno di loro, al momento, è un punto interrogativo. Mario Balotelli è l'unica certezza, sia del Milan che dell'Italia, ma alla sua prima vera stagione intera da titolare fisso (non lo è mai stato nè all'Inter nè al Manchester City, e al Milan lo è stato solo per cinque mesi nella passata stagione), non sta rendendo all'altezza delle aspettative: pochi gol, i primi rigori sbagliati della carriera, qualche infortunio, un paio di 'balotellate' a inizio stagione, le voci di mercato su un possibile trasferimento. Stephan El Shaarawy, che fino a sei mesi fa sembrava il compagno predestinato di Supermario per l'attacco sia del Milan che della Nazionale per i prossimi dieci anni, è invece completamente scomparso dai radar, fra infortuni (tanti e misteriosi), voci di mercato e incomprensioni tattiche. E poi ci sono Giampaolo Pazzini, al rientro da un lungo e brutto infortunio, e Alessandro Matri, che nella prima parte della stagione è stato un fantasma.
Il quadro è fosco ed è certificato anche dalla classifica dei marcatori della Serie A: è vero che la guida Rossi con 14 gol, ma ora deve stare fermo per tre mesi. Poi il primo italiano è Cerci del Torino (9 reti), un esterno che si sta adattando a fare la punta. Seguono, fra tanti stranieri, Immobile (8 gol), Berardi, Gilardino e Toni (7 centri), Balotelli, Cassano e Parolo (6 reti).
La notizia positiva, l'unica, è la presenza di due giovani di belle speranze (Immobile e, soprattutto, Berardi) accanto a due vecchie volpi dell'area di rigore come Gilardino e Toni. La notizia brutta, l'ennesima, è la scomparsa di Totò Di Natale dalle prime posizioni della classifica dei bomber, dopo tanti anni di gol a raffica (l'attaccante dell'Udinese è fermo a quota 3 nel momento in cui scriviamo, vale a dire prima delle gare di oggi delle 15). E a fine gara, clamorosamente, Di Natale ha anche annunciato il suo addio a giugno.
E anche se guardiano agli italiani all'estero, non sono certo rose e fiori: Pablo Daniel Osvaldo, ad esempio, era arrivato in Premier League con ben altre aspettative.