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    Atletico Madrid 2.0, meno 'cholista' e più tecnico: la svolta storica dei colchoneros

    Atletico Madrid 2.0, meno 'cholista' e più tecnico: la svolta storica dei colchoneros

    • Andrea Giorgetti
    Se guardiamo l’evoluzione del calcio spagnolo negli ultimi 15 anni, possiamo osservare che, al di la del duopolio Real Madrid - Barcellona, vi sono delle società che hanno saputo organizzare una qualche resistenza attiva alla preponderante sicumera blancos/blaugrana: una è il Siviglia, capace di alzare per ben cinque volte la Coppa Uefa/Europa League e l’altra, la più importante, è l’Atletico Madrid. Se da un lato lo strapotere tecnico, economico e mediatico di Real e Barca si è tradotto in ripetute vittorie nazionali ed internazionali, dall’altro ha operato da volano per l’intero sistema calcistico spagnolo. Per meriti storici e rinnovate ambizioni, l’Atletico Madrid ha ingaggiato una rincorsa al trono, tanto ardua quanto esaltante, spesso è caduta ma in altre occasioni ha avuto la meglio di questi due colossi del pallone. La ricetta utilizzata dai Colchoneros in questa corsa al livellamento verso l’alto ha un artefice, Diego Simeone, ed un movimento, il cholismo. Sarebbe fin troppo facile cantare le lodi di un allenatore che, alla guida dell’Atletico Madrid dal dicembre 2011, è riuscito ad arricchire la bacheca dei biancorossi con ben 7 trofei oltre a raggiungere due finali di Champions League, ma non va mai dimenticato il contesto nel quale sono maturati questi successi ed il modo con il quale sono stati perseguiti. Un lavoro di squadra, di fede, di aggressività, intensità e tenacia in funzione del risultato. Un gioco ordinato, con una fase difensiva maniacale basata su linee di difesa e centrocampo molto corte e movimenti simmetrici tra i reparti. Se Simeone è stato il signore di questa riscossa, non vanno però dimenticati i suoi scudieri, i giocatori che nel corso degli anni hanno accettato senza riserve i dettami del tecnico argentino: Godin, Filipe Luis, Koke, Juanfran, Saul, Diego Costa e Miranda quelli più rappresentativi. Chapeau.

    Nello stesso periodo in cui Simeone ha dettato legge all’Atletico, il calcio ha vissuto un’evoluzione opposta dettami fin qui seguiti dal Cholo. Un calcio che, per diventare appetibile ai palcoscenici mondiali, deve essere offensivo, volto al bello, alla tecnica sopraffina, al goal, tanti più sono i goal segnati tanto lo spettacolo può essere esportabile. Ora, nel 2019, anche dalle parti della Madrid biancorossa sembra abbiano accettato il fatto che, per percorrere quell’ultimo gradino che divide i Colchoneros dal vertice del calcio europeo, sia necessario un radicale cambio di mentalità. Come è espresso nella teoria di Darwin, gli individui incapaci di sopravvivere a determinate condizioni ambientali vengono eliminati tramite selezione naturale. Tradotto in volgare, se all’Atletico Madrid vogliono alzare qualche trofeo è necessario giustapporre alla aggressività ed alla pressione un tasso tecnico ed una capacità offensiva mai visti prima.

    CHOLISMO 2.0 - Solo in quest’ottica si possono leggere le scelte di mercato adottate dalla squadra spagnola, capace di investire la cifra pazzesca di 126 milioni di euro per Joao Felix, un giovanissimo attaccante in odore di essere un fuoriclasse nonostante la poca esperienza alle spalle ma con un mare di talento ancora da esprimere. E’ di poche ore la notizia dell’acquisto di Kieran Trippier, terzino destro della nazionale inglese proveniente dal Tottenham. Trippier ha una caratteristica particolare: un destro fantastico. Bravissimo in costruzione, nei cross e, strano per un difensore, nelle punizioni. A metà campo è arrivato dal Real Madrid Marcos Llorente che spera di far vedere con la casacca dei Colchoneros quello che non è riuscito a mostrare con la maglia dei rivali. Non stupisce ,infine, la querelle legata a James Rodriguez, un giocatore che non difetta certo in estro, tecnica e piedi buoni. In Spagna sono convinti che il colombiano si trasferirà all’Atletico non ascoltando la corte del Napoli. Ad ogni modo, solo fatto che James sia entrato in orbita Colchoneros indica quanto sia profonda la rivoluzione in atto. Naturalmente ogni rivoluzione ha un carico di elementi di novità pronti ad eliminare soggetti e protagonisti del recente passato. Non crea meraviglia il fatto che giocatori che hanno fatto la storia di questa società come Godin e Filipe Luis se ne siano andati, il primo all’Inter ed il secondo attualmente svincolato. Ha le valigie in mano il colosso Diego Costa che, dopo la parentesi al Chelsea, sembra destinato ad un ritorno in Inghilterra nelle file dell’Everton. Il roccioso centrocampista Rodri e Lucas Hernandez, seppur giovani e talentuosi, sono stati sacrificati per fare cassa e poter reinvestire i proventi nel mercato delle stelle. Resta una pecca, una sola: Antoine Griezmann. Il talento francese accasatosi al Barcellona sarebbe stato l’ideale trait d’union tra passato e presente, tra organizzazione e creatività. Purtroppo non potremo mai sapere come sarebbe andata a finire.

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