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Un secolo d'attesa e una rivalità che va oltre il calcio: Athletic Bilbao-Real Sociedad è molto più di un derby
REAL SOCIEDAD: BEL GIOCO E TANTI GIOVANI - La Real Sociedad non vince un trofeo dal 1987: l’ultimo fu proprio una Copa del Rey. Sotto l’energica guida di Imanol Alguacil, il cui cognome in spagnolo significa “sceriffo”, i blanquiazules fanno del possesso palla il principale punto di forza del loro bel gioco, diretto dalla bacchetta magica di Merlino David Silva. La stella è Mikel Oyarzabal, basco doc di Eibar, che, corteggiato dal Barça, ha giurato fedeltà al suo club, di cui, a 23 anni, è già orgogliosamente capitano. Il bomber è il classe ’99 svedese Alexander Isak, nel mirino della Roma per il dopo-Dzeko: 12 reti in 24 partite in campionato.
ATHLETIC: A CACCIA DEL TRIPLETE - L’Athletic Bilbao non vinceva un trofeo dal 1984, quando fece il doblete. Quella attuale sembrava l’ennesima stagione travagliata, ma, con la vittoria della Supercoppa di Spagna, lo scorso gennaio, ai danni del Barcellona, i rojiblancos si sono regalati la possibilità di conquistare uno storico quanto inedito triplete. Dopo la Supercoppa, potranno infatti giocarsi due finali di Copa del Rey: quella di oggi (valida per l'edizione 2020) e quella contro il Barcellona, in programma fra due settimane (relativa alla stagione in corso). L’arrivo in panchina di Marcelino ha dato solidità all’Athletic, i cui punti di forza sono ora agonismo, intensità, concretezza e verticalità. In difesa ci sarà l’ex per eccellenza, probabilmente il più discusso di sempre: Iñigo Martinez, 9 anni alla Real, prima di passare a Bilbao. Sulle fasce sarà decisivo l’apporto dell’ex Torino Berenguer e del capitano, il ventottenne Iker Muniain, che ha una storia molto simile quella di Oyarzabal. Il bomber è Iñaki Williams: 5 gol e 6 assist in un campionato non brillantissimo.
NON E' UNA SFIDA QUALUNQUE - Quella di questa sera non sarà una finale come le altre, né un derby come gli altri. La rivalità, fra Athletic Club e Real Sociedad, per altro una delle più sane, civili e sportive al mondo, non contrappone solo due città, ma due modi di vedere il calcio, e non solo, totalmente contrapposti. Non è solo Bilbao contro San Sebastián, ma anche risultatisti contro giochisti, sostenitori dell’autarchia calcistica (nell’Athletic giocano solo giocatori baschi) contro, per così dire, liberali, e infine, come si intuisce in particolare dal nome di una delle due squadre, indipendentisti contro monarchici. Più che un’occasione di scontro, però, sarebbe stata una festa. Come tutte le altre feste in programma in questo periodo, è rimandata a data da destinarsi, con l’augurio che, quantomeno, la finale di oggi segni un nuovo inizio per il movimento calcistico basco.