Atalantamania: Zapata titolare? Non ha tutti i tort…ellini
E dire che, quando ha segnato, è sembrato proprio che facesse il verso del vitello, ‘El ternero’ come lo chiamavano in Colombia, per liberarsi di un peso che in Serie A durava dal 18 aprile scorso, a Marassi, quando segnò anche allora da subentrato. E anche allora aveva di fronte i rossoblù alla bolognese, i detentori di quei tortellini che saziano la sua fame di gol. Punta centrale doc, ogni anno migliora il suo record, ma aveva bisogno del piatto tipico per spezzare il digiuno. Coincidenza a parte, non è un caso che il gol della vittoria arrivi dopo 25’ dal suo (sospiratissimo) rientro in campo; il tempo di mandar giù una dozzina di tortellini.
ATALANTA IN RIPRESA- Ed eccola la vera Dea, nella ripresa in netta ripresa: magari crea meno occasioni e commette più sbavature, ma centra il risultato. I primi 45’ sono da incubo per i nerazzurri: nonostante la somiglianza in attacco a segnare è Mbaye e, nonostante il pressing sullo specchio, al break la Bergamasca è sotto. Non solo, Gasp urla e strepita dalla panchina: e qui possiamo chiederci il perché. Perché se la prende così tanto per un Barrow che non trova la mira, che perde l’attimo per calciare in rete, quando è la sua linea della vita da ben nove gare? Perché non si capacita che Hateboer non sappia stoppare le palle, quando ha sempre mostrato questo limite? E quindi perché non cambiare l’11 iniziale, se si vuole un altro rendimento, prima della ripresa?
ZA(M)PATATALANTA- Ma niente, tutto rimandato al secondo tempo, come capitava fino a qualche mese fa: subire per poi cambiare spirito, uomini e rimontare. Vincere. È stata dura per Duván, lo ammetterà lui stesso, attendere in panca il suo turno, annientato dalle chance sprecate dal baby collega. Ieri gli ha insegnato la sua specialità: la zampata, quel colpo di scarpa, in spagnolo ‘Zapata’, guardacaso, per buttarla dentro, ringraziando il senegalese per l’assist da nemicoamico. Certo La Penna era davvero scarica e poi non ha aiutato la Dea in gara: gialli esagerati a Ilicic e al Papu, per non parlare del 67’, quando Helander interviene in spaccata su Toloi, e non solo non dà rigore, ma nemmeno il sacrosanto corner. Fischia invece per qualsiasi spinta e, alla fine, l’unico fischiato è lui.
AVANTI UN ALTRO- Ma torniamo alla Dea che, nel logo ufficiale, ha lo sguardo a sinistra, proprio lì dove il tiro mancino di Mancini ha traslocato la squadra in classifica. Altro che Destro...una prestazione da dieci e lode (posizione attuale a 15 punti), e secondo centro consecutivo: vista la sua girata mal riuscita sul gol avversario, meglio che avanzi in attacco, lui cha ha il vizio del gol dalla Primavera Viola. Intanto ci si chiede, dopo il ritorno di Ilicic e Zapata, chi sarà il prossimo a farsi avanti. Il Papu ‘papà’ che ha un gol da dedicare a Milo? Magari contro i nerazzurri dell’Inter che, se affondano ancora col Barca, qua trovano un Remo (Freuler) che vuole affondare in rete. E anche un nuovo Zapata, finalmente titolare dal 1’, che con un gol ogni 25’ ne insaccherebbe almeno tre. Pazienza se non ci saranno i tortellini, andrà bene anche la classica cotoletta a orecchia di elefante, per restare in tema animali. Perché nell’intervista me lo disse chiaro e tondo: “Quando non riesco a segnare, non faccio più i versi del vitello”. Adesso ho capito cosa intendeva: li emette quando va in gol.