Atalantamania: Un film già visto
Per trovare qualcosa di positivo, in questa settimana più nera che azzurra, occorre spingersi fino a Palermo. Grazie all'Udinese, grazie all'harakiri rosanero, grazie a uno Zamparini che ha fatto di tutto per frantumare il proprio giocattolo: i friulani sbancano il Renzo Barbera e regalano la salvezza matematica all'Atalanta. Non che ci fossero patemi o preoccupazioni, ma la forza dei numeri è comunque uno zuccherino che addolcisce giorni amari.
Inguardabile la prestazione di Parma, funesta la serata di ieri. Motivi diversi, opposti, ma a comun denominatore c'è un sipario che sta calando come un lieve velo di tristezza. Se si pensava di riscattare la gita parmigiana con un mercoledì da leoni, ci si è sbagliati di grosso. Sul campo, è vero, non è stata nemmeno malaccio, come partita. Un palo su cui rimbalzare i rimpianti, un rigore abnorme negato, pure qualche trama convincente. Passi per la sconfitta e per la salvezza festeggiata senza gioire, praticamente restando fermi: è stata la cornice a rovinare il quadro. Un quadro di 22mila persone che volevano gustarsi manciate di spettacolo. Ha vinto l'infinitesima minoranza, quelle quattrocento persone – da dividere quasi equamente e salomonicamente tra le due fazioni della contesa – che hanno preferito il caos.
Il discorso su chi abbia iniziato per primo lascia il tempo che trova, quello dell'infantilismo. È innegabile, però, che ci si ritrovi a commentare il sequel di un film abbozzato un anno fa: il secondo capitolo era francamente immaginabile. E, come quasi tutti i sequel, non è stato un grande spettacolo. Tutt'altro. Una pagina nera, una secchiata di amarezza su una notte che doveva essere di stelle e festa, di tifo e di famiglie. Hanno vinto i soliti idioti: chi viene a Bergamo credendo che sia campo di battaglia, il Far West, terra dove conficcare un vessillo di violenza, un settore ospiti che sfiorava Valle Giulia; e chi ha risposto con la stessa lingua, con la conseguenza di trovarsi a condividerne le colpe.
Ma ci sono altri protagonisti in questa vicenda che si nascondono dietro un dito: su tutti, la Lega Calcio. Un anno fa, ed ecco il flashback al prequel di un mercoledì di ordinaria follia, i tifosi juventini si presentarono sotto le Mura con lo stesso comportamento: lanci di bengala, razzi, fumogeni e oggetti in campo e verso la Curva Sud. La sanzione? 15mila euro. Praticamente un buffetto, un occhio chiuso o forse entrambi, una lavata di mani da far invidia a Ponzio Pilato.