Atalantamania:| Sogno di mezza estate
Nato e svanito nel giro di poche settimane. Il sogno di una notte - anzi, qualcosa in più - di rivedere Pippo Inzaghi in nerazzurro è sfumato nel vento di un destino che ha voluto diversamente. Stop, basta: SuperPippo smette e passa dall'altra parte della barricata, allenerà e proverà a trasmettere segreti ai possibili campioni del domani.
Rivederlo a Bergamo poteva essere piacevole e pure strano. Romantico e dolce, perché avrebbe significato la chiusura di un cerchio lungo tanti anni e tantissimi gol. Dai tempi di Mondonico e quella classifica cannonieri vinta con indosso la casacca atalantina, Inzaghi si è fatto campione e ha riempito la sua bacheca di coppe, mietendo successi su tutti i fronti. Avrebbe portato all'ombra delle Mura un bagaglio zeppissimo di esperienza per svezzare i meno giovani.
Ma non sarebbe stato un colpo privo di incognite. Quanto avrebbe potuto giocare? La carta d'identità è impietosa e non sorride al SuperPippo nazionale. 39 anni sono tanti, quasi troppi. Negli ultimi anni, poi, le partite giocate si contano su poche dita. E ancora: un suo arrivo avrebbe oscurato Facundo Parra, scommessa albiceleste di Pierpaolo Marino e della dirigenza nerazzurra, sparring partner designato del Tanque Denis.
Anche per questo, probabilmente, ha deciso di fermarsi. Avrebbe voluto un ruolo più centrale, perché uno come Inzaghi – uno che pure per un gol al calcetto con gli amici esulterebbe come in finale di Champions – fatica a digerire la panchina. Il fuoco del goleador ardeva ancora – seppur non come ai tempi migliori –, era pronto a sfoderare nuovamente la sua corsa sgraziata per acciuffare un altro record, ma le incognite hanno prevalso. Nessun ritorno a Bergamo, nessuna nuova avventura: ai cultori dell'Atalanta resterà il ricordo di una sola annata d'oro. E forse è meglio così: ricordare davvero il meglio.