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    Atalantamania: più facile battere il Liverpool! Eppure, Scamacca non basta…

    Atalantamania: più facile battere il Liverpool! Eppure, Scamacca non basta…

    • Marina Belotti
    Qual è il vero valore dell’Atalanta? Viene da chiederselo dopo le ultime partite. È quella che fa un tris al Maradona contro il Napoli e un altro ad Anfield contro il Liverpool o quella che cade a Cagliari e si fa rimontare dal Verona in 4’, perdendo punti Champions con le quintultime in classifica? È entrambe, un’altalena che vola alto con le grandi ma perde l’equilibrio con blackout troppo frequenti.
     
    NESSUN ALIBI E NESSUNA SCUSA - Sarebbe troppo facile per mister Gasperini attaccarsi alle troppe gare sui tre fronti o alle troppe gare in trasferta. Anzi, il tecnico vuota il sacco: il pensiero all’Europa c’è stato eccome. “Come si fa a non pensarci” dopo quel 3-0 ad Anfield, dopo quelle storiche semifinali che sembrano (ma l’apparenza inganna e il secondo tempo con l’Hellas ne ha dato prova!) a un passo? Mister Gasperini ci pensa e non ci pensa, lanciando oltre due terzi della formazione che ha steso il Liverpool, ma sperando in quel terzo gol che non è mai arrivato per risparmiare le energie. Forse l’hanno pensato anche i nerazzurri in campo, che dopo 2 gol in 5’, non sono più riusciti a farne neanche uno nei 40’ finali. E sì che di occasioni, sprecate, ne hanno avute parecchie.
     
    LIVERPOOL - La lezione questa volta non l’ha data l’Europa per il campionato ma la Serie A per la Coppa. Mai buttare via un vantaggio iniziale, anche se largo. Ci ha messo 4’ a ribaltare i giochi il Verona, potrebbe mettercene 6’ il Liverpool per riportare il tabellino su un fittizio 0-0. L’Atalanta non dovrà gestire, ma ora quello che si chiede è se sia meglio costruire, sapendo di poter sbagliare ancora sotto porta concedendo poi ripartenze letali, oppure soffrire per oltre 90’ chiudendosi più compatta in difesa. Ha solo due giorni per pensarci Gasperini. Il gol a partita di Scamacca però, a quota 14 reti, non può più bastare: il tecnico chiede di più anche a lui e a De Ketelaere. “Non c’è mai limite al meglio”. E nemmeno al peggio: il Verona gliel’ha insegnato.

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