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  • Atalantamania: perfino la Dea 2 è più forte dell’Inter 1 (a -1)

    Atalantamania: perfino la Dea 2 è più forte dell’Inter 1 (a -1)

    • Marina Belotti
    Ci siamo, quanto preventivato sta per accadere: con la vittoria contro la Samp di mercoledì sera l’Atalanta supererà l’Inter e agguanterà il terzo posto, come l’anno scorso sì, ma con ben sette ‘serate’ d’anticipo. Basterà anche un pareggio in casa per salutare dal finestrino la squadra di Antonio Conte, che giocherà solo 24 ore dopo contro il Verona di Pazzini e Pessina. E Bergamo dovrà sperare che altri ex atalantini condannino un Inter che si fa male anche da solo. C’è lo zampino dei paracadutisti lanciati sotto le Mura Bastoni, impaziente di fare la doccia, e Barrow, impaziente di mostrare a Mihajlovic quella cattiveria. Conte si è girato verso la panca, ha visto i 18enni Agoumé e Pirola e ha preferito mettersi gli occhiali da sole. Un paio d’ore dopo mister Gasp vedeva il tridente d’oro riposare sotto il sole di Cagliari e, senza riuscire a trattenersi, li spediva in campo. Proprio lui, che è solito attendere l’ultimo dei minuti di recupero per fare un-uno!-cambio, ecco che apre con l’asso, il 2 e il 3 a oltre 30’ dalla fine. Un errore madornale.
     
    RISERVE…DI BENZINA- La ‘scala’ del tecnico di Grugliasco vale solo un misero 6 e la gara non solo rimane ferma sullo 0-1, ma rischia di regalare il punto al Cagliari. A salvare la Dea rispetto all’Inter sono le scelte operate nel primo tempo, simili a quelle di mister Mihajlovic nella ripresa: l’Inter in superiorità sfiora il raddoppio col ‘solito’ Lautaro? Nessun problema, dentro il maggiorenne gambiano (come Barrow…) Juwara che pareggia e annienta ‘i soliti’ Handanovic, Eriksen, Brozovic e Bastoni. Perché la benzina prima o poi si esaurisce anche nelle auto più sportive e performanti ed è allora che bisogna avere il coraggio di chiudere gli occhi e affidarsi alle taniche di scorta. L’Inter non l’ha fatto ed è rimasta a piedi, la Dea si è stravolta e, fino al 60’, ha tenuto in pugno la gara creando tanto, prendendo pali, sfiorando reti. Quella di ieri in Sardegna è la gara vinta da Marco Sportiello, Bosko Sutalo, Adrien Tameze, Ruslan Malinovskyi, Mario Pasalic e Luis Muriel. Allievi desiderosi di riscattarsi, di sorprendere, di colmare la fame di calcio giocato, di emulare i Maestri. Che c’è, state cercando su Google chi sono Sutalo e Tameze? Niente di strano, qualche anno fa l’avete fatto anche con Gosens, Hateboer, Castagne, Freuler, Djimsiti………
     
     C’E’ CHI DICE NO- Ma ecco che il vero colpo di scena arriva alle 22, quando mister Gasperini si presenta ai microfoni a fine gara. Contento dell’ottava vittoria di fila? Per niente, la gara andava chiusa prima. Fiero di potersi permettere Papu e Zapata in panca? Macché, se potesse tornare indietro li avrebbe lasciati lì dov’erano. Desideroso di puntare al secondo posto con l’Inter a -1 e la Lazio a -5? Sì, ma…Ebbene, proprio la Regina delle Provinciali, che gioca senza pressioni perché non ha niente e nessuno a imporle il podio -al contrario dei cugini-dice: “No, grazie, forse preferisco tenermi il quarto posto”. A otto gare dalla fine e a +15 (che è un +16) da Roma e Napoli, l’Atalanta può permettersi il lusso di scegliere. E ha già vinto tutto. Si potrà servire di questi 720’ per visionare Bellanova, Czyborra, Colley e tanti altri frutti del vivaio di quella Dea 2 che sta raccogliendo punti per il ‘super-mercato’. Ma soprattutto userà le restanti 8 gare per allenarsi alla Final 8 di Champions League. Perché, quando le ricapiterà di essere a tre passi dalla Coppa, a 180’ dalla Finale dell’Europa più bella? Mai, o forse no. Forse già l’anno prossimo quando, senza pressioni e imposizioni, si inserirà nella lotta scudetto. 

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