Atalantamania: per la Dea non c’è Var, capolista frenata con squadra decimata!
IL MODULO- La difesa a quattro ha retto, la mediana a due si è compattata facendo rimbalzare Brozovic e Barella, il tridente ha inventato, sorpreso e rotto le linee per servire Muriel e spaventare Handanovic, il migliore in assoluto del match. Certo, questo inedito 4-2-3-1 non ha regalato la classica aggressività, le occasioni a valanga, ma la Dea ha saputo salvarsi e salvare il quarto posto Champions. Come a ottobre, in piena emergenza infortuni. L’Atalanta dalle mille vite ha svelato un’altra faccia, intensa e compatta, che ha mandato in tilt la prima della classe. Ma grande merito va, oltre allo sperimentatore Gasperini, ai nuovi innesti che hanno fatto la differenza.
I PROTAGONISTI- Se a inizio stagione si vociferava che Pezzella fosse da Serie B, ora si sente perfino qualcuno accostarlo alla Nazionale. La verità è che l’esterno-terzino piombato a Zingonia d’estate come rinforzo da panchina, ha sconvolto pubblico e addetti ai lavori: l’infortunio di Gosens ha messo in luce le sue qualità in fase di copertura e recupero palla, le sue chiusure pulite, la sua corsa, la sua duttilità, la sua voglia di lavorare, crescere e migliorare sensibilmente, partita dopo partita, anche contro i giganti. Fenomenale come Musso, che a dispetto delle voci si è ripreso i guantoni, 10 milioni per mano, con cui ha deviato i missili dell’attacco milanese. Mentre Koopmeiners, dalla parte opposta dell’area, si candidava a playmaker perfetto sdoppiandosi tra mediana e area piccola. Un pareggio che, a conti fatti, vale una vittoria. Ottenuta senza un’altra squadra titolare: capitan Toloi, il vecchio e il nuovo goleador Gosens e Maehle, Hateboer sulla fascia, e il super tridente Malinovskyi-Ilicic-Zapata. E nessuno che si è lamentato, ma solo il Napoli se ne è accorto.