Atalantamania: ora fa paura anche la Juve (e l’Udinese), per l’Europa serve altro!
Non è solo la sconfitta, che poteva anche essere molto più larga di così, ma la mancanza di condizione e atteggiamento, a pesare su questa Atalanta che sembra aver salutato definitivamente la Champions League. La cifra ‘0’ accanto alla voce ‘tiri in porta’ a Bergamo non si vedeva da più di vent’anni. Per di più con Lookman e Højlund in campo, le star del mercato che tra quattro mesi dovrebbero portare 75 milioni di plusvalenze per le loro qualità in attacco. Rimaste negli spogliatoi insieme alla squadra.
TROPPO BILANCIATA- I nerazzurri hanno peccato sul piano tecnico, dove il Milan ha dominato, annichiliti e slegati. Pur senza le Coppe da giocare, o forse proprio per questo, l’Atalanta è apparsa in ritardo sul piano fisico, ma anche su quello delle giocate, prevedibile agli occhi di Thiaw che ha legato Højlund e spaventato Lookman. Il 3-5-2 ha affollato il centrocampo nerazzurro che non è tuttavia riuscito a limitare gli affondi in profondità dei Campioni d’Italia. La squadra non si è mai affacciata in porta, e anzi, ha dovuto correre ai ripari in quella opposta.
SI GUARDA ALLE SPALLE- È arrivata così la quarta sconfitta in cinque partite, ancora più preoccupante di quella con il Lecce, nonostante la diversa caratura dell’avversario. Lì le 14 occasioni da gol e la dormita sulle uniche due dei salentini, sapevano più di beffa che non di resa totale come quella a San Siro. Ora il Bologna, e la Juve se si aggiudicherà il derby, iniziano a fare paura da 6 passi di distanza. Soprattutto se l’Atalanta non riuscirà a ritrovare il bandolo della matassa entro sabato, quando un’Udinese agguerrita busserà alle porte del Gewiss Stadium. Se la prestazione anti Lazio, la migliore di stagione solo 16 giorni fa, è stata l’eccezione, anche la Conference appare inarrivabile.