Atalantamania:| Operai al potere
La resurrezione è arrivata a Napoli. Nel tempio più difficile, dove in pochi possono permettersi di poter narrare il compimento di un'impresa. Veniva da una Pasqua di sofferenza, l'Atalanta. Due sconfitte consecutive, qualche certezza intaccata, una classifica che non metteva ancora al riparo dai rischi delle sabbie mobili. Risorgere in terra campana sembrava missione ardua. E invece il capolavoro è lì da ammirare. Una vittoria operaia. La rivincita dei manovali del pallone. Di chi il campo, ultimamente, lo vedeva col binocolo.
Nella serata delle rinascite, il primo a uscire dal sepolcro è Giacomo Bonaventura. Non è certo un operaio, lui, fantasia e genio, ma ha saputo approcciarsi nella maniera giusta, anche con dedizione e sacrificio. Il Jack tornava nel mazzo dai titolari: si è rivelato carta tagliente e vincente. Talentino applaudito a lungo, nell'ultimo periodo aveva pagato qualche prestazione sottotono. Scivolando in fondo alle gerarchie, a un passo dal dimenticatoio. Dov'è finito Bonaventura? In molti se lo chiedevano e lo chiedevano al mazziere, a quello Stefano Colantuono che si è confermato pokerista di primissimo ordine. Tutti lo aspettavano: l'attesa è stata ripagata nel modo migliore.