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  • Atalantamania: non spingete, qui c’è posto per tutti!

    Atalantamania: non spingete, qui c’è posto per tutti!

    • Marina Belotti
    Gianluca Caprari, Seka Fofana, Fredy Guarín, Roberto Inglese, Ruslan Malinovskyi, Luis Muriel, Rodrigo Palacio e Simone Verdi. La campanella del rettangolo verde è suonata da un mese e si stanno già pianificando i primi esami strumentali, ma all’appello del ritorno in campo manca ancora un po’. A Zingonia però, se dovesse continuare così, tutti i giocatori sopracitati- rigorosamente in ordine alfabetico- potrebbero rispondere ‘Presente’ al maestro Gasperini il prossimo 11 luglio. L’attestato di merito intanto va al più puntuale di tutti, Luis Muriel che, con lo zaino in spalla, ha varcato cancelli orobici già questa mattina, impaziente di riprendere un bel 29- suo numero di maglia- o perché no, questa volta un 30 e Lode. Insieme a lui potrebbero presentarsi altri sette rincalzi: l’importante è che, venendo con lo zoppo, non imparino a zoppicare; un paio di stampelle bastano e avanzano.
     
    PREGANO IN GINOCCHIO UNA DEA- Un tempo - ma in realtà fino allo scorso gennaio - l’Atalanta doveva fare carte false per rincorrere giocatori di livello, fuori dalla sua portata per portafogli e ambizioni, accontentandosi di scovare talenti ignoti (e finora non gli è andata male, anzi…).Ma ad oggi c’è la fila in Corso Europa (guarda caso, la sede di Zingonia si trova proprio lì…), e se è vero che i giocatori hanno sempre l’ultima parola negli affari di mercato, Gasperini dovrebbe introdurre il numero chiuso davanti a tanti pretendenti. La verità è che tantissimi giocatori vogliono l’Atalanta perché con la Dea hanno l’opportunità di andare in Champions e viverla da protagonisti- ed entrambi non sono punti da sottovalutare, Milan e Roma docent- di mettere in campo il calcio vero, bello e divertente che forse non giocano da tempo, di stare in una società sana, che non ha pressioni, ma un seguito pazzesco e uno stadio nuovo da scartare piano piano. Di contro le società italiane non sono pronte a vedere i loro tesserati salutarle e abbandonarle a occhi chiusi e non ci stanno, scegliendo così di confondere le acque e giocare sporco.
     
    VI CREDETE FURBI? - La scorsa settimana si parlava, un po’ provocatoriamente, di una contropartita tra Zapata e Milik. Oggi una pulce all’orecchio è arrivata agli alti dirigenti della società, che stanno pensando a una soluzione di questo tipo per Fofana. Quindici milioni sono troppi- è evidente che l’Udinese ci ha ricamato su- ma se ai bianconeri dessimo quel Barrow che tanto amano strappandolo alle grinfie del Lecce a cui la Dea ha già donato Tumminello? Si può fare, magari riprendendoci pure D’Alessandro, il cui cartellino da quattro milioni non è stato riscattato. Di strategie e stratagemmi sembra vivere anche il Genk, che si diverte a giocare a nascondino o, come preferisce dire lo stesso Malinovskyi, a ‘palla prigioniero’. Insomma, i due centrocampisti verrebbero anche di corsa al Gewiss Stadium, ma le loro società si divertono a giocare al rialzo e a prendere in giro giocatori e dirigenti orobici. Ma la fila alla porta è lunga e c’è solo un’occasione a testa: non avranno seconde chances per fare affari con una squadra da Champions.
     
    CHIAVE INGLESE- E intanto Pasalic la prossima stagione sarà di nuovo all’Atalanta, con buona pace del Milan che anche in questo caso non ci ha visto giusto. Muriel si riprenderà per le prime gare che contano e servirà un altro rinforzo in attacco, Caprari- perché no- o un partenopeo: Zapata è più che mai inchiodato a Bergamo ma per smuoverlo potrebbe bastare una chiave Inglese. E ora, a sorpresa, ecco spuntare Palacio- pupillo del Gasp con esperienza- e nientemeno che il Guarín sportivo: il centrocampista vincitore di un Europa League sarebbe il terzo colombiano alla corte di Gasperini e l’Atalanta volerebbe che è un piacere. La società è pronta ad accoglierlo, ma non ha fretta: Bergamo non chiude i porti, qui c’è posto per tutti i grandi nomi che vogliono vestire il nerazzurro, sotto però la rigida selezione di giudice Gasperini, che può confermare o ribaltare il risultato. In ogni caso, anche se siamo in Italia, la fila va rispettata, quindi Buffon ed El Shaarawy stacchino il biglietto e si mettano in coda, prego.

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