Atalantamania: Musa da Olimpico, Dea da Europa
GRANDEA- “L’Atalanta è l’unica squadra che ci ha messo in difficoltà”, parola di Simone Inzaghi che, con due costole rotte, rischiava di infrangere anche i sogni Champions in uno stadio delle Aquile super affollato. Dove, come in ogni Olimpico che si rispetti, a dettar legge c’era una Musa e una Dea. La prima è Barrow(ow), uno che ha talento ma soprattutto fretta da vendere e, appena messo piede in campo, deve pagare dazio con la rete: che ci sia di fronte il Benevento, il Genoa o il paratutto Strakosha non importa, “dammi solo 3’” e timbro la rete. I suoi colpi sonori sono melodia alle orecchie del Gasp, che si gode il suo spartito: il Papu orchestra a memoria e con grande sacrificio, Castagne e Ilicic regalano una chiave di violino alla sinfonia e uno smisurato de Roon imprime gli acuti finali. Fa, sol, la, si: la Dea fa di tutto per arrivare là sola, al sesto posto: sì, si merita l’Europa.
PECCA(TO)- Unica pecca la difesa, con Masiello a farsi scappare Caicedo, Palomino e Toloi tra alti e bassi. E peccato per i tanti gol sfiorati, da Freuler a Gosens prima, al Papu e Hateboer poi, per non parlare della zuccata di Palomino nel finale. Un calcio spettacolo degno di avversarie internazionali, ma la strada è ancora lunga, anche se lastricata da buone intenzioni. E conduce proprio all’inferno, dove un Diavolo attende una Dea.
A PASSO DUOMO- Passa da Milano, sponda rossonera, il pass per l’Europa. A passo d’uomo, finale dopo finale, con un’incognita a metà percorso: la finalissima di Coppa Italia tra Milan e Juve. Se il Milan dovesse vincere e lasciare libero il settimo posto, verrebbe a Bergamo già sazio. Il rovescio della medaglia? Un sette non troppo bello che condannerebbe l’Atalanta ai preliminari. Ma se nello stesso Olimpico Gattuso ne uscisse sconfitto, pur liberando due posti, si presenterebbe a denti stretti domenica sera, con un ringhio pericoloso per il popolo bergamasco. Il 13 maggio, proprio come un anno fa, la Dea proverà a scrivere la storia di un’altra Europa: ora come allora, la Dea dovrà sottomettere il Diavolo.