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  • Atalantamania, ma il dopo Mancini che fine ha fatto?

    Atalantamania, ma il dopo Mancini che fine ha fatto?

    • Marina Belotti
    Due gol preziosi, uno più bello dell’altro, non importa se contro il Perugia. Perché Gianluca Mancini è il classico difensore che, oltre a serrare i ranghi, si lancia contro le artiglierie nemiche senza paura. Gliel’ha insegnato Gasperini-come un tempo aveva fatto con Caldara- che adesso piange, lo rimpiange e diventa matto perché nel suo ‘scacco’ manca la pedina più importante: un Mancini abile e valoroso. La Roma ringrazia la Dea per il regalo inaspettato e le dà appuntamento al 25 settembre: già, il tempo stringe, Percassi non si allarga, e del difensore neanche l’ombra. Solo scottature brucianti nella retroguardia, bucata dai gol di Swansea, Norwich e Leicester.
     
    ART ATTACK- Il resto sa di telenovele d’agosto: repliche su repliche, un brodo riscaldato. ‘Un posto al sole’ da cui vedere in loop la Dea lanciare in aria la monetina e giocare un tempo di testa e un altro di croce. Avvio perfetto contro i cigni, mani nei capelli coi canarini, viceversa la ripresa. Col Leicester è più equilibrata prima del quarto d’ora di crisi, ma il totale della tournèe parla anche di una cinquina firmata da chi non ti aspetti e da nuove voci che fanno ben sperare: soprattutto quella acuta di Malinovskyi, una trottola generosa a cui manca solo il vizio del gol. La doppietta di Muriel e la sua abilità dal dischetto è oro che cola, la rete di Pasalic la riconferma che mancava, quella di Barrow un urlo strozzato in gola per un futuro ancora incerto. Ma la verità è che gambiano o non gambiano, nell’attacco d’arte nerazzurro dei 77 gol a stagione, con i nuovi rinforzi e il centrocampo che spesso si traveste da seconda punta, l’Atalanta sopravvive anche senza Farias o Politano. Finché uno svarione difensivo non firma la sua condanna: cinque i gol subìti in Inghilterra per altrettante défaillance.
     
    PAROLA ALLA DIFESA- Che numeri Palomino sulla retroguardia gialloverde… finché non perde il treno per Vardy. Che esperienza Masiello nel capeggiare la difesa…ma poi ritarda su Perez e la Dea è alla frutta. Da primo della Premier le parate del rapper Gollini, una cassaforte a quintupla mandata che azzecca tutte le uscite d’emergenza involandosi nei cieli inglesi. Toloi segue tutto con occhi attenti, pronto a buttarsi a capofitto sulle gambe degli avversari, strappar loro la sfera e avviare il contropiede. Ma non basta, l’Atalanta non può affidarsi solo al 95, ha un vuoto enorme in distinta colmato da una cifra altrettanto enorme: 46, i gol subìti nella scorsa stagione. Nella tombola simboleggia il denaro, quello ancora in tasca a Percassi che snobba Caceres, Ferrari e Sergi Gomez: nomi impressi sul taccuino da tempo, oramai illeggibili. Ma vale davvero la pena aspettare fino all’ultimo per portarsi a casa il ministro della difesa estera? La Champions è a un passo e la preparazione che riserva Gasperini nelle 3 settimane che precedono la stagione-un mix letale di corsa e tecnica- è nodale e insostituibile. Ogni giorno passato senza un sostituto è un giorno perso per il coronamento del baluardo nerazzurro- tallone d’Achille da oltre un anno. Ma per non fare come la volpe con l’uva l’Atalanta deve rendere subito ufficiale quel difensore d’ufficio, rubando un po’ della furbizia alle vecchie Foxes.

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