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Atalantamania: 'lì, sempre lì, lì nel mezzo...'
Il 3-5-1-1 optato nelle prime uscite firmate Reja, ha portato in casa Atalanta 3 pareggi preziosi, senza, tuttavia, invertire l'andamento ''atalenante'' che condanna i nerazzurri a rimpiangere l'ultima vittoria esattamente il primo febbraio, in occasione dell'incontro col Cagliari; contro il Torino doveva essere la prova del nove, il match da vincere a tutti i costi per fare il saltone che avrebbe concesso di prendere ulteriori distanze da sardi e cesenati. Invece, c'è stato lo scivolone che ha evidenziato ulteriormente le lacune del centrocampo a cinque: Cigarini, protagonista di una delle prestazioni meno peggiori disputate sino ad ora, ha regalato qualche recupero utile al proseguimento dell'azione, ma il suo andamento sembra essere lontano anni luce rispetto a quello di due anni fa; quando la scorsa estate rifiutò un possibile trasferimento altrove, sarebbe dovuto divenire un riferimento, un simbolo per l'intero collettivo. Dispiace dirlo, ma così (ad oggi) non è stato. A ciò, aggiungiamo gli out investiti da Masiello e Dramè, improvvisati alti ancora una volta coi granata: non è il loro ruolo. Il primo si impegna, ma è visibile a tutti che non incida nell'area avversaria, idem Dramè, il quale, a momenti, teme l'uno contro uno e, soprattutto, non riesce a produrre un cross che vada a buon fine. Lungi da noi il voler fare lezioni di tattica (maestria che per altro non mi compete), ma nel loro dna non vi sono tracce di pssibili cromosomi offensivi. Due giocatori che stonano per il modulo optato da Reja, il quale, sta meditando al ritorno del 4-2-3-1, con un centrocampo principalmente offensivo, formato da Zappacosta, Moralez e Gomez, sostenuto alle spalle da Cigarini e Carmona.
Orfani di Pinilla, causa la reazione al fallo di Basha che lo terrà lontano dai campi per ben tre giornate, per la millesima volta l'attacco sarà affidato a Denis. Aspettando il Sassuolo, contro il quale, e non è una frase fatta, l'Atalanta avrà un unico imperativo: vincere.