Atalantamania: lezione di calcio a una Vecchia Signora
SECONDEA- Se avessero chiesto a un extraterrestre appena atterrato a Torino quale fosse in campo la seconda in classifica, avrebbe indicato certamente la divisa nerazzurra. Nel primo tempo il possesso palla è solo dell’Atalanta, i bianconeri vedono raramente l’area piccola, troppo occupati a togliere l’appetito a Spinazzola e a spegnere la grinta di Ilicic. Dopo aver affrontato a testa alta il Borussia, forse per la prima volta, i bergamaschi non sentono la pressione del campo bianconero e dettano il gioco. I passaggi profondi, gli inserimenti, i varchi da destra a sinistra. La Juve sta solo a guardare e a rincorrere. Tanto, le basta uno 0-0 per passare.
CÀPITANO TUTTE A ME- All’Atalanta invece lo 0-0 non basta, anzi, le starebbe stretto persino lo 0-1: altri tempi supplementari, con un dispendio di energie nocivo a -4 dallo scontro diretto con la Samp. La Dea ne deve segnare almeno due, e il problema è che il gioco tanto bello e applaudito da sportivi e appassionati non basta. Si sfregano le mani gli juventini, per il freddo e per il futuro: Spinazzola e Caldara (Chiellini voleva già eliminare la concorrenza?) sono rinforzi a cinque stelle, è uno spettacolo vederli. Peccato che le loro azioni, tanto studiate e sudate con affanno, poi non si concretizzino mai. Le sfere verso il Papu, sonnambulo dal 2018, hanno perso mira e tenacia. Ci si mette anche la sfortuna, e la palla schizza via per un palo e un pelo: ma se càpitano tutte al capitano, un motivo ci sarà.
MENO DUE- I gradi all’Allianz Stadium ma anche le competizioni in meno per l’Atalanta. Che se avesse Sarri ad allenarla, potrebbe pure tirare un sospiro di sollievo, ma con il mordente e la preparazione inculcata da Gasperini, subisce una sconfitta su tutti i fronti. Il minimo sforzo e il massimo rendimento è quello della Juve: non sarà bello da vedere né emozionante per il calcio, ma è quello di una vincente, che non ha bisogno di rigori per passare. Massimo sforzo e minimo rendimento è il brand-Dea, che dopo due s-coppole deve ora rimboccarsi le maniche per riacciuffare l’Europa. Il quid che manca ai nerazzurri, è anche inutile ripeterlo, è il parco attaccanti: il Gasp l’aveva predetto che con il suo Palacio sarebbero arrivati in alto. Ancora in Europa, di sicuro, forse anche in finale di Coppa. Ma è inutile avere rimpianti, il numero 10 dell’Atalanta è un piccolo leader perso in campo. Perché a conti fatti l’Atalanta sarà andata anche forte, ma ciò che conta è che alla Juve è bastato andare Pjanic.