Atalantamania: la solita minestrina?
A riaccendere la miccia dell'ipotesi di una ristrutturazione dell'impianto, ci ha pensato il numero uno nerazzuro, Antonio Percassi il quale, promuoverebbe un progetto atto ad abbattere due settori e a ristrutturarne altrettanti riproponendo una struttura libera, 'senza frontiere', su modello del calcio inglese. Il tutto entro un limite già definito dai vertici societari, stabilito per il 2017. Che sia un altro sogno di fine estate? A Bergamo anni or sono che se ne parla in moltiplicazione ma nessuno è mai passato dalle parole ai fatti, suscitando malcontendo tra i tifosi; i Percassi, dal canto loro, sin dal loro arrivo hanno preso a cuore la questione proponendo addirittura la nascita di una vera e propria cittadina sportiva comprensiva, non solo di uno stadio, ma anche di impianti antistanti di vario genere che avrebbero aggiunto un valore in più alla Bergamo calcistica. Non se ne fece nulla, causa le indisposizioni politiche nel volere cedere il permesso per poterlo avviare, quel medesimo assetto politico (lungi da noi il voler far politica) che, anziché provvedere con serietà a dar avvio a un importante e inevitabile capitolo della storia atalantina, ha sempre temporeggiato in merito o, in altri casi, 'lavato le mani' alla Ponzio Pilato, laddove il 'problema stadio' si rilevava, in termini di sicurezza, lasciando decidere alla Prefettura se vietare le cosidette trasferte a rischio, limitazioni oltretutto, non sempre prese con una certa cauzione: si pensi, durante lo scorso campionato, alle partite casalinghe col Verona o con la Roma, in cui i soliti teppisti riuscirono a ritagliarsi quei cinque minuti di gloria , giusto per staccare un attimo i riflettori dai problemi di un'Italia sempre più allo sbando.
Entro il 2015 scadrà l'accordo con il Comune per l'affitto dello stadio e, solo in quel momento, l'Atalanta potrebbe 'comprare' il medesimo (lanciando una offerta più alta dell'Albinoleffe, società usufruente dell'impianto sportivo) e iniziare a scrivere un'altra storia dentro allo Storia nerazzurra. Una necessità, un dovere da assolvere sia nei confronti della città come esponente calcistico della Nazione, in quanto, se l'Atalanta dovesse raggiungere l'Europa, potrebbe contare su una propria struttura ad hoc ( e non doversi spostare in quel di Modena o Palermo), sia verso i propri tifosi e appassionati, aventi il diritto ad assistere a una partita di 'soccer' in totale sicurezza e in un'attrezzatura più consona e moderna.
In conclusione, auspichiamoci che sia l'inizio di un disegno 'appetibile' e non della solita e ultraquarantenne minestrina indigesta.