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    Atalantamania: la leva calcistica

    Atalantamania: la leva calcistica

    • Sabrina Fratus
    Ebbene sì. L'Atalanta, reduce da un filotto di partite non propriamente da punto croce semplice e lineare, mette clamorosamente ko il Napoli di Sarri. E il merito, stavolta, è tutto di Gasperini.

    Salito in cattedra con toni accesi nel post partita di Crotone, alludendo al fatto che 'la mia squadra ha problemi di natura non tecnica', l'ex tecnico genoano, tanto per 'cambiare', ha riproposto la sua solita difesa a 3 fronteggiata da un centrocampo a 4 con Kurtic alle spalle di Petagna e Gomez. Un 3-4-1-2 o più semplicemente un 3-5-2 ha testimonianza ulteriore che Gasperini crede nella sua filosofia di gioco, per quanto molti, sottoscritta compresa, fino a settimana scorsa ci vedevano solo confusione e incapacità di definire un gruppo nel suo assetto. Quello che sorprende, oltre alla cocciutaggine e alla fedeltà con la quale Gasperini continua a proporre il suo pensiero calcistico, è l'aver inserito negli undici di partenza 3 giocatori cresciuti nel settore giovanile atalantino: Caldara, a far da terzino basso a fianco di Toloi, Gagliardini in sostituzione dello squalificato Kessié e Conti, già noto ai tabellini della Serie A, a differenza degli altri due (per Gagliardini esordio assoluto, per Caldara la prima si registrò il 18 maggio 2014 in Catania-Atalanta, subentrando a Davide Brivio). Un colpo al cuore nel pre partita vedere ai battenti di partenza tre rampolli, se si pensi che si vive in una realtà calcistica italiana atta più a puntare sull'esperienza, sulla sicurezza che all'acerbo giovanotto da far maturare. Ma con Gasperini c'è tutto, fuorché stabilità e certezza. E così, inaspettatamente, ti ritrovi Caldara nelle retrovie e t'accorgi che in fondo, per quanto non abbia calpestato molti campi della massima serie, sa destreggiarsi bene, chiudendo su un tentativo arduo di Milik; ti accorgi che Gagliardini non è male e stai a vedere che forse la timidezza iniziale è solo mera parvenza, tanto che, al 68', azzarda un'infiltrazione nell'area partenopea, rabbrividendo per un istante Reina e compagni. Ieri, al Comunale, vigeva un'atmosfera strana, fatta di molecole di assurdo e di fiducia, di azzardo e novità. Ma, soprattutto, la soddisfazione di vedere all'opera i fanciulli di quel vivaio da sempre considerato tra i migliori a livello nazionale e non solo. E a questo, per quanto mister 'presunzione' possa non piacere a tutti, bisogna darne ragione. Per un istante si è rivissuto quel lontano campionato avviato in sordina e poi catapultato da quel Delio Rossi che, nella sua scolaresca, contava su quegli alunni di nome Marco Motta, Daniele Capelli, Andrea Lazzari, Marino Defendi, Riccardo Montolivo, ragazzi non veterani ma dalla voglia di mettersi in gioco, quella volontà percepita ieri durante il confronto col Napoli.

    Per carità, lavoro da assolvere non manca: l'Atalanta della prima sestina, purtroppo, non si può cancellare e, come detto dopo il successo sul Crotone, è necessario dare continuità ai risultati per allontanare le critiche e i cattivi pensieri, poiché non è ammissibile e ragionevole concludere che la metodologia di Gasperini sia corretta in virtù di un'esilarante vittoria, quando fino a poco fa era stata bellamente condannata o comunque criticata da molti.

    Nel frattempo, si apprezzi l'audacia di Gianpiero Gasperini: la sua leva calcistica, ieri, ha esaltato il pubblico di Bergamo. E chissà che non si possa replicare.

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