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Atalantamania: la Lazio protesta e rosica, ma vince la più forte, è l’anno del Papu!
EDUCAZIONE CINICA- Il primo tempo si può riassumere così: la Lazio che protesta, per tutto, dal 1’, Inzaghi che intima il silenzio, ma Luis Alberto che non sente ragioni se non la voce dello svizzero, i padroni di casa che si arrabattano invano in avanti, mentre la Dea, su tre azioni contate, inventa tre gol da cineteca. Già, cinica e paradossale, perché da quattro anni abituata a creare 100 e concretizzare 10, ma contro una grande si comporta da grande. In fiducia, il tridente è da poker face: cambia totalmente volto rispetto a Torino-via la coppia colombiana dal 1’- eppure i quattro gol arrivano ancora.
TODO EL MUNDO NON BAILA COMO EL PAPU- Che Papu Gomez sia il migliore in campo non ci sono dubbi. Ma se lo sia da centrocampista, trequartista o attaccante, è tuttora un’incognita. A quattro mesi dai 33 anni, il ‘tuttocampista’ argentino ha raggiunto l’apice della carriera, della forma e della tecnica. Maturo e geniale, autore di un gol più bello dell’altro. E dopo una stagione in A povera di reti (7) ma ricca di assist (16), i numeri alla seconda giornata sono impressionanti: 3 gol, 2 assist e le solite prove di grinta e sacrificio. Ogni anno a Bergamo è stato, in un certo modo, l’anno del Papu Gomez, che mai però era partito così forte. Convocato in Nazionale, adorato in Arabia, in campo gioca anche per Ilicic e ripropone le sue magie. Inzaghi lo sapeva due anni fa, che il meglio di Gomez doveva ancora venire, eppure Lotito ha voluto risparmiare e allungare il brodo. Ma altro che minestra riscaldata, mister Gasperini l’ha già rinchiuso in frigorifero, col timer puntato al pranzo domenicale.
LA SECONDA VITA DI HATEBOER- Se la Lazio polemizza dal 1’ di gioco, Hateboer è proprio da quando ha smesso di farlo che ha cominciato a segnare. Già al secondo centro stagionale, e che gol al volo!, l’1-2 con Gosens è magistrale. I due compagni di merende si intendono a meraviglia ai due lati del campo, la palla viaggia da una sponda all’altra e pazienza se Zapata è messo in ombra da Acerbi. Hateboer ha parlato di ciclo finito proprio quando ha iniziato ad aprirne uno lui: la chiacchierata chiarificatrice deve avergli fatto bene, c’è con la testa (nell’assist a Gosens) e con il piede, sembra un’altra ala, ed è lontanissimo il ricordo di quel biondino che sbagliava sempre a un cm dalla rete. Tanto che ci si chiede se sia indispensabile, ad oggi, l’arrivo di Fabio Depaoli. Solo un sostituto per emergenze e Cenerentole, certo, ma con esperienza al Chievo e alla Samp: scarni i numeri degli assist (4 in 34 presenze nel 2018/19, 2 nelle 29 della scorsa stagione), ma l’importante è averlo subito a disposizione. Del resto, sono tante le riserve che col tempo hanno sorpreso strappando una maglia da titolare. Otto gol in due gare, e non contro il Benevento, la Dea quest’anno fa scintille e illumina il cammino verso il primo posto. E come può essere altrimenti, se a 6’ e 3’ dalla fine entrano pure ‘Miccia’ (Mojica) e ‘Lucio’ (Muriel)?