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Atalantamania: la Dea tiene a galla la Roma, sorpasso al Milan (solo) rimandato!
MAI LEVARE MALINOVSKYI- Faceva fatica a capire il perché della panca quando, a partire titolari, erano i Pessina e gli Ilicic, i Gomez e i Pasalic. Figurarsi cosa deve aver pensato dopo 3 gol e 5 assist in 5 gare, quando la lavagnetta luminosa l’ha chiamato a sé a oltre mezzora dalla fine di una gara ancora troppo aperta. Il lucchetto era già infilato, robusto e resistente, bastava un piccolo scatto per lasciare fuori per sempre i timidi incursori di Fonseca. Uno scatto dei suoi però, in area piccola, a servire palloni d’oro ai compagni: oltre al gol, quasi una decina le caramelle mai scartate dai colleghi, già pieni dei gol mangiati. E invece no, la chiave del lucchetto ce l’ha Muriel, che 5’ dopo riapre la partita sbagliando clamorosamente un gol fatto. L’ingresso del colombiano è sbagliato solo col senno di poi- 21 gol dalla panchina in carriera in campionato, 15 in A solo con l'Atalanta- ma l’uscita dell’ucraino più in forma del momento lo è a prescindere. Perché, se a battere quella punizione all’ultimo secondo ci fosse stato il suo mancino…La speranza è che abbia ben rifiatato, contro il Bologna serviranno le sue perle.
LA RISALITA DI ILICIC- Il controsenso dell’Atalanta è che, nonostante i suoi 73 gol da prima della classe in Serie A (oltre all’Inter ora incombe anche il Napoli a 71), resta quella che sbaglia di più davanti alla porta. Dieci ghiotte occasioni, un solo gol: il bilancio è in rosso, come il cartellino sventolato al tedesco che poteva trattenersi e non l’ha fatto. Un’assenza pesante, già dal 70’. L’unica buona notizia è la lenta ripresa di Josip Ilicic, che ieri sera ha regalato qualche guizzo dei suoi all’Olimpico, servendo portate dorate, ma perdendo ancora qualche sfera di troppo. Mister Gasperini non si arrende, lo aspetta e gli ridà la maglia dopo 40 giorni: con lui e Malinovskyi in piena forma, in campo in simultanea, la Dea può volare al rush finale. Dove? Fino all’argento e oltre, ma dipenderà sempre da lei.
MANITA DA EN PLEIN- Guardando il calendario infatti, c’è da leccarsi i baffi: nessuno scontro diretto fino all’ultima giornata (sarà ancora decisiva?) contro il Milan il 23 maggio. Però, che questo sia un bene, non è detto. Chi non ha niente da dire (Bologna, il Genoa alla penultima?) non ha nemmeno niente da perdere, orfana di pressioni nocive che fanno riscoprire quel bel gioco così snobbato in Italia. Il Sassuolo poi si è ricaricato contro il ribelle Milan e a De Zerbi piace troppo sognare, al Benevento e al Parma potrebbero servire ancora punti-salvezza. Le cordate e i pullman in area li abbiamo già visti, all’andata, ma lì non c’era la difesa a 4 dal 1’. Le armi ora le ha mister Gasp, se la Dea concretizza e azzecca i cambi con lo stesso coraggio che ha avuto di fronte a Pirlo- sempre dietro negli scontri diretti- manita e secondo posto sono suoi. Già da domenica nel post Bologna: lunedì il Milan se la dovrà vedere con un’arrabbiatissima Lazio.