Getty Images
Atalantamania: la Dea si è rimessa in sesto!
DOMINO- Dopo i primi 15’ con il freno a mano e a piede tirato, la Dea si rimette in sesto: riordina le idee, si dà una sistemata in campo e sceglie di appoggiarsi ad ognuna delle 11 pedine che Gasperini ha schierato. L’effetto domino, dalle ripartenze di Caldara che soffoca il Gallo, ai servizi in profondità di de Roon verso i tiri angolati del pazzo duo Papu-Barrow, è servito: la Dea domina. Barrow è sempre più impaziente di farsi un nome anche nel dopo-Primavera e i trenta gradi estivi che si respiravano a Bergamo ieri l’hanno accontentato: passaggio a Cristante, filtrante dell’ex Milan per il gabbiano-gambiano e il dolce è servito allo svizzero, una bomba a fuoco rosso che spaventa il Toro. Che si vendica col suo matatore.
RINFORZI- La volata in verticale Belotti-Edera-Ljaljic però non manda in tilt l’Atalanta. La squadra bergamasca in passato si sarebbe seduta, accusando il colpo, ma oggi si rimette in sesto e si rialza subito, più forte di prima. Il Papu si improvvisa regista e il neo entrato Castagne capisce subito qual è il punto debole nell’arena avversaria: il secondo palo sempre scoperto. Robin Gosens è tutto solo quando riceve palla e mette fine alle parate di un SuperSirigu.
GRAND’ANGOLO- Quanti calci dalla bandierina il capitano ha tirato ieri pomeriggio, sfiorando a più riprese la rete atalantina. Così gioca la Dea: spingendosi in area piccola e conquistando calci piazzati. La visione in grand’angolo, con i 360° che sono i 360’ alla fine del campionato, sorride alla Dea: battere in casa un Genoa senza più obiettivi, con i Viola impegnati contro i partenopei in lotta per lo scudetto, non è male. Il Milan poi è di scena al Dall’Ara, che ha comunque più punti del Benevento, e il Cagliari deve sconfiggere i blucerchiati per aggiudicarsi la salvezza. La corsa alle “final four” è appena iniziata, ma le prospettive per la Dea sono tutte rosee-blu.