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Atalantamania: la Dea c’è, la Var un po’ meno, ma per la Juve è una vittoria!
VITTORIA SFIORATA- Prima del fischio d’inizio di Mariani, per i bergamaschi, la paura era che la gara finisse con un risultato fin troppo pesante contro. Vlahovic, 1 gol e 1 assist in 2 gare finora e una doppietta appena messa nel sacco all’andata proprio contro l’Atalanta, una Juve rinforzata e reduce da due vittorie di fila. Dall’altra parte una Dea senza Duvan, che arrivava da una settimana da dimenticare tra campionato e Coppa Italia. E invece no, altro che goleada incassata, al 93’ la beffa per la Dea è di non averla chiusa prima. Con Koopmeiners, il cui feeling con Boga è al 100%, con un altro mancino di Malinovskyi, che si è meritato anche la standing ovation dei bianconeri, con de Roon che ci ha provato da fuori più e più volte, con Muriel…no, con Luis no, l’Atalanta dovrà arrendersi a giocare da qui a fine stagione senza centravanti. E se a marcare Danilo non fosse appena entrato Pasalic, il quarto posto sarebbe di marca bergamasca.
UNA BIG- Tanti i rimpianti (manca pure Ilicic…), tanta la sfortuna (in casa) di aver preso l’ennesimo gol all’ultimo minuto, ma l’Atalanta non se ne era mai andata. Anche se a qualcuno avrebbe fatto comodo: per dire, nella corsa scudetto ad oggi inseriscono Milan, Inter, Napoli e Juve, senza mai citare l’Atalanta, che con la gara da recuperare sarebbe sopra i bianconeri, ma tant’è. Alla Dea va bene così, più fatti e meno parole, quelle le spende Marino a fine gara al posto del Gasp: Musso da rosso e Szcesny nemmeno da giallo, qualcosa che non Var oggettivamente c’è. Ma è più facile spegnere la luce sul fallo di de Ligt e accenderla sul mancato rosso ad Hateboer (va bene, ma una cosa non esclude l’altra, no?). Bisogna di nuovo schiarirsi le idee e, soprattutto, fare pace col fatto che l’Atalanta è lì, tra le big, in un ciclo tutt’altro che finito. E che chi riesce a strapparle anche un solo punto all’ultimo minuto non può che esultare come la Juve al Gewiss Stadium.