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Atalantamania: l’importanza di chiamarsi Outsider
GIOVANI E MENO GIOVANI- Altalenante come tutte le squadre di questa anomala, e non più per il Mondiale di mezzo, Serie A, l’Atalanta si perde e si ritrova, ma non molla mai il colpo. Tant’è che, in virtù degli scontri diretti e della differenza reti, si ritrova sul gradino del podio, seppur il più basso. Di più, a -3 dalla seconda in classifica, una posizione che le è sempre sfuggita di mano all’ultima giornata. Puntare all’argento significa che se ti va male e cadi, in Champions dovresti comunque entrare con la medaglia di legno, spesso scheggiato da Lookman e Zapata. Un giovane con ampi margini di miglioramento che vuole scatenare un’asta in estate, al pari di Højlund, Koopmeiners e Scalvini, e un veterano che sa quanto ha dato alla causa e che ancora vuole dirle, un paio di cose, come Muriel, Toloi, Palomino, de Roon. Che sana concorrenza.
ENTRO LA PRIMAVERA- Un altro vantaggio non indifferente arriva dal calendario. La settimana lunga, Toloi se ne dispera come in passato il Papu, costringe i nerazzurri a doppie sedute giornaliere massacranti che però la domenica li fanno correre a duemila. E le avversarie, prima il Lecce e poi il Milan, prima l’Udinese e poi il Napoli, prima l’Empoli e poi la sosta, sono così ben intervallate tra grandi e piccole da non permettere mai una settimana bianca. Cinquantatré punti è il nuovo obiettivo per il 26 marzo, l’ennesimo record che l’Atalanta è pronta ad abbattere per far ricredere le Insiders.