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    Atalantamania: l’Happy BirthDea del Gasp che dice 33

    Atalantamania: l’Happy BirthDea del Gasp che dice 33

    • Marina Belotti
    Non sono certo i suoi anni i 33 che si leggono in fondo alla classifica. Le sue sessanta primavere, e non è certo un caso se usiamo questo termine con chi le fa sbocciare sui campi da calcio, le ha festeggiate esibendo il meglio di sé. Tutto è andato nel verso giusto. Il posto, in quei di Reggio Emilia dove la Dea ha già gioito tante volte contro potenze straniere; l’orario, perché un happy-hour che si rispetti è per forza happy e il turnover. Sì, perché sarebbe facile vincere contro un Sassuolo già ben noto in campionato e in Coppa con la migliore Atalanta. Ma vincere con le seconde linee ha tutto un altro sapore.
     
    DICIASSETTE- Se dando a Gasperini una rosa di ventisei giocatori (troppo ampia per lui), si ottengono diciassette titolari, tutti i calciatori dovrebbero passare sotto le sue mani. Saranno gli allenamenti duri, sarà la motivazione che inculca loro nel dare il massimo, fatto sta che ora l’Atalanta ha a disposizione diciassette casacche da prima linea. Quale altra squadra di Serie A può permettersi un ricambio del genere? Oltre ai soliti undici, che vedremo in campo martedì sera contro la Juve, il Gasp può contare su altri sei professionisti che scaldano la panchina solo per bruciare gli avversari in campo quando è il loro momento: gli affondi di Gosens, gli assist di Castagne, le parate di Gollini, le insidie di Cornelius, l’affidabilità di Palomino e la spinta di de Roon. Diciassette non è un numero sfortunato, ma un meccanismo che gira che è una meraviglia. Quasi due Atalante tra l’Italia e l’Europa.
     
    TRENTATRÉ- Questo è invece sicuramente perfetto di suo, come numero. La fiducia che il Gasp concede alle seconde linee è ripagata dalle loro prestazioni, a dimostrazione che è più questione di testa che di tecnica. Tre sono i punti raccolti fuori casa, che fanno ancora di più dimenticare la strage di andata nelle piazze fuori Bergamo, ma tre sono anche i gol messi a segno. E se non fosse per il Var che, diciamolo, così come si sta usando proprio non Var, sarebbero stati anche quattro. Masiello è il veterano, la conferma; Cristante la sorpresa di stagione che sorpresa ormai non lo è più e il guizzo di Freuler ci ricorda che lo svizzero, anche quando in campo è solo un’ombra, ha l’illuminazione vincente al momento giusto. Tre, infine, sono gli impegni che attendono i nerazzurri: l’Europa è sempre più un pensiero fisso, ‘la partita della vita’, il campionato è da prendere a morsi ma martedì c’è la Juve, il sogno nel cassetto dei tifosi.
     
    DUE- Finiamola di dare i numeri: ci vedremo doppio con i bianconeri perché non basterà affrontarli di petto in casa per portarci via la storica finale, ma occorrerà ripetersi anche a Torino a fine febbraio. Ora la Dea è in forma smagliante, tra un mese chissà, se nel frattempo sarà uscita dall’altra coppa, potrebbe perdersi d’animo e non avere questa carica. Cavalcare l’onda è l’atteggiamento vincente per desiderare il gagliardetto 1963-2018. Un 55esimo anniversario di prestigio. Quasi meglio dei sessant’anni di Gasperini...
     

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