AFP/Getty Images
Atalantamania: Karsdorp, l'ombra della Roma pronta a sbocciare nella vera Capitale (della Champions)
KARSDORP TOP - Ancora un classe 1995, per ringiovanire una rosa sbocciata con over 30 d'esperienza. Un altro olandese volante a fare le scarpette ad Hateboer che, se resterà, dovrà prima chiedere venia a mister Gasp, scosso dalle sue infelici dichiarazioni, per riconquistare fiducia e maglia. Gli anni al Feyeenord dopo la maggior età danno ragione al team di Sartori: con Karsdorp la Dea ci guadagna in prestanza e potenza fisica nello switch col gracile Castagne, ma anche in corsa. La locomotiva venticinquenne trasporta spinta, progressione e velocità a vagonate, doti non da poco per questa Atalanta, oltre al vizio dell'assist perso solo con la Lupa. Ben dieci palle gol per i compagni nel 2015/16, sette la stagione successiva. Come Miranchuk, ha la testa sulle spalle, seguitissimo dalla famiglia, nonostante quel tattoo sul collo che spaventa gli avversari. Abituato a giocare per il titolo in Eredivisie, Karsdorp dà del tu anche ai palcoscenici internazionali. Tende a fare meglio in casa propria, ma la Roma l'ha svezzato al calcio italiano e alla Champions League e si sa che, con le formule magiche del tecnico nerazzurro, giocatori altalenanti altrove a Bergamo spiccano il volo. Arrivano da ignoti, come Timothy, partono da eroi, con una ventina di milioni (minimo) di plusvalenza. E Karsdorp è il profilo perfetto per gli esperimenti e le intuizioni del genio di Gasperini, che dovrà affinare qualche suo difetto.
KARSDORP FLOP - La tecnica è sicuramente da migliorare, così come l'abilità difensiva, ma questa è un po' una costante della banda orobica. A preoccupare maggiormente la sua cartella clinica: rottura del crociato all'esordio con la Roma, continui problemi muscolari la scorsa stagione al Feyenoord, che ne hanno condizionato il rendimento. Gol spariti (1), assist pure (2 o 3), presenze in picchiata. Da 30 a 11, risalite a 15 in patria, prima dello stop forzato del campionato olandese causa Covid. Ci sarà da aver pazienza, più che con Miranchuk, per non intaccare quella fragilità ben nascosta dai muscoli, per fargli prendere confidenza con una squadra votata all'attacco. E, a proposito di attacco, è lì che Gasp vuole sparare le sue cartucce. In attesa di Romero, che rimane il preferito di allenatore e società. Un sospiro di sollievo per Matteo Pessina, felice, per le sue gambe, di ritrovarselo dalla stessa parte del campo.