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    Atalantamania: Inter, ringrazia Muriel…ma lascialo a Bergamo!

    Atalantamania: Inter, ringrazia Muriel…ma lascialo a Bergamo!

    • Marina Belotti
    E così Scudetto ai nerazzurri, quelli sbagliati forse per il bel gioco, ma quelli giusti per cinismo e concretezza. Era tutto nelle mani della Dea, si sapeva, ma quello che non era dato prevedere era che finisse tutto- in malora- nei piedi di ‘Lucho’ Muriel. 
     
    Il sole ha negato il passaggio alle nuvole per 24 ore, eppure devono aver tremato non poco i primi interisti sbucati in piazza del Duomo quando Muriel si è presentato sul dischetto, a 15’ dalla fine. Perché non te lo aspetti proprio che, l’uomo un tempo più decisivo della Serie A, in gol ogni 51’ dalla panca o dalla prima allacciata di scarpe, per due partite quasi consecutive getti alle ortiche 4 punti importantissimi, preziosissimi, meritatissimi. Proprio lui, l’ambito uomo-Inter di Conte, è risultato decisivo al club per lo scudetto meneghino ancor prima di arrivare. Ma Zhang si metta il cuore in pace, l’odierno, accidentalmente, 12° uomo milanese resterà in nerazzurro, sì, ma la Madonnina la vedrà ancora da lontano. Precisamente, da 56 km.
     
    MURIEL DECISIVO…IN NEGATIVO- A +4 sul Milan e a +6 sul Napoli: sarebbe a quota 73 la Dea senza quel doppio errore di Luis Muriel, che forse questa sera farà più fatica a sfornare il solito sorriso. Contro la Roma era davvero, ma davvero difficile sbagliare quel gol a due passi dalla porta, ma anche a tirare dagli 11 metri così male bisognava impegnarsi. Dal miglior giocatore del mese di aprile, anche se il calendario è appena cambiato, ci si aspetta ben altro, considerando che mister Gasp pur di farlo entrare ha tolto un buonissimo Zapata. Ecco, questi errori forse all’Inter varrebbero due panchine, ma fino al 90’. Bisognerà invece vedere ora se quello di Gollini, Parma a parte, lo relegherà accanto al Gasp fino a fine stagione. Già, Gasp, che beffa per quel punto risicato, per quell’arbitraggio che fa un po’ storcere il naso (ha respinto le polemiche, ma quel non-rigore su Zapata…) e per quello Scudetto consegnato, nolente, proprio dalla sua squadra contro la ex. 
     
    GOLLINI, CHE FLOP- E ora cosa succederà in porta? Dal mercato dell’attacco a quello dell’area piccola opposta è un attimo. Nell’ottica della sana competitività tra i pali promossa dall’allenatore, con Benevento, Genoa e Milan dovrebbe ritornare Sportiello. Oppure il suo errore a Valdebebas in un ottavo di Champions pesa comunque di più dell’uscita da brividi di Piergollo a un passo dal secondo posto in solitaria? Cinquanta minuti in inferiorità numerica pesano, mister Gasp non deve aver sorriso nello spogliatoio, e uno tra Perin, Dragowski e Musso sembra ormai a un passo da Bergamo. Per fare quel salto di qualità da prima della classe, un uomo inamovibile tra i pali è il passo da fare ‘numero 1’, è proprio il caso di dirlo. 
     
    MALINOVSKYI, CHE TOP- Anche se l’Atalanta ha abituato a credere nell’impossibile, dopo un’espulsione, un rigore contro e uno parato, è davvero dura rimanere in bolla. Eppure è proprio l’atteggiamento, al di là dei numeri, a renderti grande. Ruslan Malinovskyi li ha entrambi, i numeri (decisivo da 7 gare di fila con 7 assist e 4 gol) e l’atteggiamento, perché è l’unico a crederci anche al 93’. Forse doveva rubarla la sfera a Luis, perché è il suo momento e sembra impossibile che sbagli qualcosa. Il carattere e la grinta di Malinovskyi, che oggi si è visto anche in Freuler e Gosens, Romero e Zapata, deve guidare la Dea nel finale da poker, ora che deve allungare il collo per condividere l’argento. Forse basterà meno, ma l’obiettivo resta quota 79. E significa vincerle tutte: almeno contro Parma, Benevento e Genoa. La pressione inizia a farsi sentire. Qualificarsi prima della finale di Coppa (19 maggio) e del big match col Milan (il 23) sarà fondamentale.

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