Atalantamania: Inter graziata dal Var, ma è la Dea la vera super star! E con Caldara...
INTER…ESSANTE- Dispiace solo che Conte a fine partita abbia rovinato tutto col solito gioco delle giustificazioni: “Con quattro elementi in meno era difficile”. Non gli diciamo che l’Atalanta è rimasta il miglior attacco di Serie A anche senza il suo bomber numero uno. Di certo, dopo aver affondato Milan e Parma, la squadra di Gasperini si è ritrovata in campo un nemico del suo livello, almeno nel primo tempo. Pali, costruzioni di gioco, ritmo, velocità, un diagonale a sfiorare la linea e perfino un gol. L’Inter ha dato filo da torcere a una Dea sempre più in forma e, in ottica Scudetto, l’ha fatto molto meglio di una certa Signora bianconera. Peccato che per questa Atalanta il gol iniziale sia quasi un portafortuna e dia il la a una strategia ben oleata negli anni: corri corri Inter, che poi ti voglio vedere nella ripresa. E infatti non si è vista: piano piano gli 11 milanesi si sono stancati di rincorrere i vari Papu, Ilicic e Gosens, finché quest’ultimo ha trovato il pareggio e, nell’assist a Malinovskyi, il piatto della vittoria. Sprecata, per l’ennesima volta, ma questa è un’altra storia.
DISCHETTI ROTTI- Già, perché poi è inutile continuare a girarci intorno e lamentarsi per certi rigori non concessi se tanto, la percentuale, è quasi pari a un calcio di punizione. Se tutte le squadre dal dischetto hanno almeno l’80% di probabilità di segnare, l’Atalanta arriva a malapena oltre il 50%, con ben dieci giocatori diversi ad essersi infilati le mani nei capelli negli ultimi tre anni e mezzo. Peccato per la classifica, altri 2 punti buttati. Peccato per Muriel, che se aveva ancora un perché tra i fuoriclasse nerazzurri era quello di infilarla almeno dagli 11 metri. Adesso tra gli errori di Ilicic, Papu, Barrow e Zapata (soffermandoci solo sugli ultimi, senza ripescare i vari Cornelius e Paloschi di due-tre anni fa), l’unico esente da gaffe da dischetto è Malinovskyi, che però non sempre è in campo dal 1’. E allora scherziamoci su dai, Irrati voleva solo il bene dell’Atalanta quando ha chiuso un occhio sull’aggancio a Toloi, non voleva illuderla con un rigore che non fa per lei. La Dea è la squadra dei gol spettacolari, costruiti dalle retrovie, inventati dai centrocampisti, messi a segno da ali tedesche decollate a Bergamo per atterrare in Nazionale.
TOP E FLOP- Eh sì, che numeri Gosens: sette gol e quattro assist in ventuno gare. Tra un po’ finirà anche lui tra i tuttocampisti della lista gasperiniana, il jolly che non ti aspetti ma suona al campanello proprio quando sei in solaio, troppo lontano dalla porta. Quella porta che lui ha già bucato sette volte, e con un istinto e un tiro da attaccante puro. Tiratina d’orecchie invece a Toloi, perché prima di alzare la mano per richiamare a vuoto il Var, poteva alzare il piede di un centimetro e trovare la porta o la palla, in occasione del gol dell’Inter quasi regalato. Ma adesso, notizia finalmente ufficiale, Caldara potrà dargli una mano, un piede e un braccio. È tornato a casa, lì, al centro del Gewiss Stadium, per dare tutto sé stesso, erigere muri e scavare la via del gol, come quella volta a Napoli…