Atalantamania: Ilicic è su Marte, non sul mercato!
GO-GO-GOSENS- Sette a Udinese e Toro, cinque a Milan e Parma, tre al Brescia (si era contenuta): tra tutte le goleade messe a segno dall’Atalanta, i granata sono stati quelli più resistenti e che un barlume di gioco, perlomeno, l’hanno avviato. Gli acuti del Gallo in ripartenza hanno svegliato la difesa orobica che, proprio mentre si avvia a mutare aspetto con i vari Caldara, Czyborra, Bellanova, sfodera il meglio di sé con i soliti Toloi, Palomino e Djimsiti, che non lasceranno tanto facilmente la maglia ai new entry. Gli attaccanti della Mole si sono azzerati, Izzo che di solito ha più di un guizzo e corre veloce ieri ha trovato solo rosso. Il centrocampo nerazzurro non ha brillato, ma perché a sfavillare c’era Gosens, che ditemi voi se non è un giocatore da Nazionale. Low non può più farne a meno, la Dea invece spera che le sirene del Chelsea abbassino il volume almeno fino a giugno. Dopo il suo settimo gol nel Settebello della seconda di ritorno, chissà quanto ha ancora da dire sul campo bergamasco.
ILICIC, ILICIC, LA LA LA- Ha messo a tacere il Franchi dopo il suo gol in Coppa, ha zittito l’Olimpico nel post tripletta. Ah, no, l’aveva messo a tacere già 1’ prima, con una rete che vale il prezzo del biglietto e il doppio al calciobalilla. Alzi la mano chi, vedendo una palla giacere tutta sola a centrocampo, decide di scaraventarla di sinistro verso una rete 55 metri più in là. Dimenticavo di aggiungere: chi lo farebbe nel corso di una gara di Serie A, non per il gusto di provarci, ma perché il gol pensa di realizzarlo per davvero? E’ andata proprio così, l’ha svelato ai microfoni: Josip Ilicic è quel genio folle, il fantasista di una volta, che si butta su ogni pallone e si inventa proprio il gol. E’ stato capace di calcolare la traiettoria in un millesimo di secondo, di valutare che fosse libera, e di avere il coraggio di tirare. Ormai è una seconda punta, macina km sotto porta, tutto cuore e fantasia, e riserva cross-assist persino a Djimsiti. Esulta con tutti perché, e qui sta il segreto dell’Atalanta, la squadra è ormai la sua seconda famiglia, un legame che vale più un top club azzurro oggi sparito dalla prima parte della classifica.
ALTRO CHE KULUSEVSKI- Per questo Ilicic non è sul mercato.Tra meno di 72 ore compirà 32 anni, l’età in cui molti pensano già di diventare agenti, mister e commentatori, mentre lui è all’apice della forma, del rendimento, della continuità. Ma solo perché gioca a Bergamo, col Papu, con la Dea, con Gasperini. Capite bene adesso perché l’Atalanta abbia lasciato andare Kulusevski e rabbrividisca se le si parla di cercare un ‘vice-Ilicic’. Non esiste, semplicemente, uno come Ilicic, da tre triplette in mezza stagione, dietro ad Aguero e Messi, per buona pace di Dejan. Lo svedese ha bisogno di giocare, ma non nell’Atalanta di Ilicic. Che vive in un altro pianeta e da lassù, ben distante, cambia le leggi del mercato.