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Atalantamania: il valzer dei moduli
Con innesti di spinta come Zappacosta, D'Alessandro, Gomez e i veterani di turno, quali Estigarribia e Raimondi, l'allora tecnico dell'Atalanta, Colantuono, propose un inedito sino a quel momento sconosciuto al suo repertorio atalantino: il 4-3-3. Complice la partenza di Bonaventura, il modulo adottato non trovò successo e fu accantonato per tornare all'intramontabile 4-4-1-1. Ma, anche quest'ultimo, come ben si può notare dalla posizione in classifica, non ha dato risultati confortanti. Ora che sulla panchina siede Edy Reja, nel match di domenica scorsa con l'Udinese, si è potuto osservare un ennesimo schema tattico: il 3-4-3, con agli estremi del centrocampo a 4, due giocatori considerati terzini, più difensivi che offensivi. E lo si è visto pure sul campo. Teneri alti Masiello e Dramè in quella posizione non è stata un'ottima scelta: il primo ha cercato di mantenersi alto nel primo tempo, tentando di tanto in tanto di arrivare sul fondo per il cross, ma è stato più un punzecchiare l'avversario che un provocargli male; Dramè tanto meno: la prestazione di domenica è la prova inconfutabile che stia meglio in fase difensiva, sebbene si fosse trovato un centravanti come Widner, difficile per chiunque. Non un tiro pulito, e , soprattutto, piedi squadrati per assistere o concludere al meglio un'azione. Insomma, due esterni sbagliati, per un modulo, forse, fuori luogo per l'Atalanta rimaneggiata di questi tempi. Chiaro che il tecnico friulano avrà preso nota e farà le scelte opportune a riguardo e, nel frattempo, potrà contare sul rientro di Zappacosta che consentirà l'indietreggiamento di Masiello, dando più alternativa nella retroguardia.
Che sia 4-4-1-1, 3-4-3, 4-3-3, a due mesi dal termine della Serie A ci si chiede: ''Il problema di questa squadra è meramente legato alla modalità di gioco o è vincolato, specialmente, a una mancanza a livello di impegno e volontà dei cosiddetti ''inamovibili?'' La caparbietà di calciatori come Carmona, Cigarini e Denis (su tutti) che un tempo facevano la differenza, oggi cede il passo all'inerzia e alla passività ed è inevitabile che, in una squadra, quando vengono meno i riferimenti, ne risenta il gruppo. Per ora, l'unica cosa che si può fare è portare avanti ''la carretta'' fino al 31 maggio nell'atteggiamento più indolore possibile, dopodichè, a giochi fatti e a mente fredda, si valuterà il da farsi. D'altronde giocare malvolentieri non è mai stato propizio a nessuno.