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Atalantamania, il mercato è cambiato: i big alla Juve li prende, non li dà!
Il mercato è cambiato perché i tempi sono cambiati: la Dea può permettersi il lusso di superare la Juve in classifica – fatto un tempo impensabile – di rimanere più a lungo di lei nelle fasi avanzate di Champions, di segnare più gol e giocare un calcio più bello della Vecchia Signora. E oggi l’Atalanta, che ha sposato un progetto che guarda più in là di un banale ciclo, che punta sullo stesso comandante da cinque anni e ha un patron tifoso-imprenditore che chiude sempre i conti in attivo, fa gola ai big che all’ombra della Mole non si sentono valorizzati. La freccia del mercato si è invertita, ha cambiato senso di marcia.
A Bergamo non ci sono pressioni, ma un ambiente a misura di calciatore, che se si impegna davvero e si allena duramente può crescere davvero, ritagliarsi un ruolo da protagonista in Europa e spiccare il volo. Verso la Juve? No, la Premier, dallo United al Tottenham. É lì che vanno adesso gli A-talenti sbocciati con mister Gasp.
Ne è un esempio lampante in questo senso il difensore centrale Cristian Romero, il migliore della Serie A 2021/2022, di proprietà della Juve ma che alla Juve non ha giocato nemmeno un minuto. Comunque e dovunque andrà – il telefono è bollente per le chiamate extra-europee Percassi-Paratici – casca bene: alla Dea è ministro della difesa, ha un posto assicurato in tre competizioni su tre e abbraccia Musso; al Tottenham ha il prestigio, ritrova Gollini e un ottimo stipendio - intorno ai 3 milioni di euro fino al 30 giugno 2026.
Mentre Merih Demiral avrebbe anche le potenzialità, ma non trova spazio, e sa che invece a Bergamo più giochi e fai andare le gambe, più hai probabilità di fare bene. Nonostante i 15 cartellini timbrati lo scorso campionato, la Juve si arroga il diritto di chiedere 35 milioni, cifra improponibile per una realtà medio-piccola di provincia …fino a qualche anno fa. Perché ora che il suddetto Tottenham può sborsarne 55 per il Cuti, ecco trovati i soldi per il bianconero.
Ultimo, ma non ultimo – il mercato è ancora lungo – Gianluca Frabotta, anche lui 15 gettoni in A – sarà un caso? – e un futuro diviso tra panca e campo. Alla Juve, sì, ma in questo caso anche all’Atalanta, dove la maglia se la dovrà sudare – è scritto proprio dentro al colletto delle divise ufficiali – per strapparla ai sorprendenti Maehle e Gosens. Un bello stimolo, non c’è che dire.
Ma dicevamo di Gosens: difficile che in questo scenario il nazionale tedesco prenda il treno per Torino, quando ai binari accanto ne passano altri cinque per Barcellona, Madrid e mezza Europa. Per non parlare delle finanze necessarie: almeno 40 milioni, 50 è meglio. Dopo un Europeo così, l’Atalanta può permettersi di chiederli, e la Juve di fare un passo indietro e non dargli la maglia, un po’ come CR7 il 18 aprile. Sì, il mercato è cambiato.