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Atalantamania:| Gabbiadini, il bivio estivo
Il mercato s'avvia, pian piano, a carburare. Certo, la deflagrazione avverrà solo a tempo debito: a fine agosto, quando il tintinnio della campanella di chiusura si farà insistente, quasi insopportabile, e ogni squadra si scaraventerà sul banco delle trattative per completare il proprio disegno. Anche l'Atalanta vive in parte questa situazione: ancora tutto fermo, nonostante le tante voci. Il patteggiamento e il conseguente meno 2 è un punto di partenza solido.
Un dazio da pagare per la mannaia della responsabilità oggettiva, certo, ma al contempo è una porta sigillata sul passato: il contenzioso è chiuso, ora si programma il futuro. E il futuro passa dai piedi del propri giocatori. Chi rimarrà? Chi partirà? Chi arriverà? Tra i tanti punti di domanda, l'interrogativo più intrigante porta il nome di Manolo Gabbiadini. Tutti, un 'estate fa, ci aspettavamo la sua esplosione. Un talento pronto alla deflagrazione, in piena rampa di lancio.
Tante attese, anche troppe, con la conseguente pressione su un giocatore di appena vent'anni. L'impatto con la massima serie non è stato certo esaltante in fatto di numeri: un solo gol segnato nell'Olimpo del pallone italiano e un posto da titolare quasi mai agguantato. In Under 21, però, solo faville: gol a raffica e tanta classe sciorinata al servizio di Ciro Ferrara, il giusto riscatto di fronte alle panchine nerazzurre. Ora, di nuovo assordanti, le sirene del mercato tornano a ululare.
In Italia lo corteggiano senza sferrare il colpo decisivo. Napoli e Palermo lo monitorano, mentre l'interesse della Juventus sembra scemato. All'estero si è parlato di Borussia Dortmund: i tedeschi sembravano sul punto di sferrare l'assalto decisivo, a suon di milioni, ma negli ultimi tempi la pista si è gelata. Otto milioni sul piatto, così si vociferava: un'enormità, cifre alla mano, per un ventunenne che in serie A ha fatto vedere ancora poco, nonostante qualità indubbie.
Magari, ora che i gialloneri si ritrovano con un Kagawa in meno, torneranno alla carica. E un bivio, lungo tutta l'estate, si riproporrà: aspettare, credere in Manolo e nella sua esplosione o cedere di fronte all'offertona? E probabilmente, di fronte a quasi dieci milioni di buone ragioni, si può anche cedere. Ma un nuovo interrogativo fa da postulato: se Gabbiadini cerca giustamente spazio - perché a ventuno anni è fondamentale accumulare minuti nelle gambe -, il trasferimento in una big non è un azzardo?