Atalantamania: gioca la Dea, segna Milan, vince l’'Udinese'
REAL TEST- Alla fine, come era prevedibile, tra i due migliori attacchi ha vinto chi ha saputo difendere meglio, sfruttando la retroguardia per battere l’ultimo uomo. Forza e fisicità non sono mancate e, a una settimana dal Real, l’Atalanta ha di che caricarsi. Il rammarico e la rabbia resta ma possono servire per acciuffare i 3 punti venerdì, per niente scontati contro lo Spezia di cui alla prima riga, e credere nell’impresa spagnola grazie alla consapevolezza acquisita a San Siro. Quella di meritare per qualità e abilità e di raccogliere, finalmente, qualcosa di concreto. Come con il Real Madrid, è solo un episodio a decidere il match: non un rosso questa volta, ma il caos post-corner quando la Dea, messa all’angolo, ne aveva sprecati altri due. Nel primo tempo tutta sulla sinistra, nel secondo sulla fascia destra, all’Atalanta è mancato sempre il guizzo dell’ultimo passaggio. Ma dei bellissimi uno-due Pessina-Gosens rimane solo l’eco di un applauso.
DJIMSIT-DOWN LUKAKU- Ho perso il conto di quante volte Zapata ha raddoppiato Skriniar, e purtroppo anche di quelle in cui dolori muscolari o guai al ginocchio gli hanno fatto alzare bandiera bianca prima del 90’. Altrimenti, chissà se in coppia con Muriel i Double Decker sarebbero bastati. Che tunnel Freuler a Brozovic, che scambi di sovrapposizioni Maehle-Toloi su Perisic e Bastoni (caro Alessandro, quella trattenuta su Romero…). Che intensità e dinamismo de Roon su Barella. E povero Hakimi, gli si è rotta la freccia a furia di star dietro a Gosens. Ma la Palma va a chi è stato oBerato del compito più scomodo: Berat Djimsiti, che ha annullato Lukaku almeno come Romero aveva fatto con Ibra sei settimane fa. Ci si aspettava un incrocio tra il goleador nerazzurro e lo juventino- che comunque riesce a negargli un gol, impegnato sul fronte Lautaro-invece ecco l’albanese che non ti aspetti, con la sua prestanza che a volte sì, cicca, ma poi recupera sempre con lucidità e velocità sul filo del rasosio. Romero-Djimsiti e capitan Toloi che copre pure il ruolo di Freuler: e dire che un anno fa la difesa era il punto debole di questa Dea!
MALINOVSKYI E LA MALIZIA- La gara scivola via-ma anche Toloi e colleghi, cosa c’era sul campo?- fino al cambio Malinovskyi-Ilicic. Lì qualcosa è andato storto, l’ucraino danzava dalla mediana e prendeva il tempo a Vidal, Ilicic perdeva qualche sfera di troppo. Ma, senza quell’episodio, la gara si sarebbe freezata sullo 0-0, l’Inter era crollata fisicamente sotto il dominio del gioco orobico. Il migliore in campo, a fine match, è stato Handanovic, per dire. Ma sono la cattiveria e la malizia delle grandi quei ‘dettagli’ di cui parla mister Gasp che mancano all’Atalanta. Cinismo e furbizia, sotto porta e non solo. Queste qualità impariamole dall’Inter, perché alla fine chi vince ha sempre ragione e scrive la storia. Gli altri, fanno solo un buon campionato.