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    Atalantamania: Gasperini a rischio squalifica, ma quanto dà fastidio l’EuroDea?

    Atalantamania: Gasperini a rischio squalifica, ma quanto dà fastidio l’EuroDea?

    • Marina Belotti
    L’anno scorso ci aveva pensato Andrea Agnelli a dare uno schiaffo in pieno volto alla Bergamasca, già immersa nell’incubo di una pandemia che stava sterminando una generazione e obbligando gli atalantini a rimanere chiusi in casa. Dopo una vita in attesa di volare verso un ottavo di Champions, a cinque giorni dal paradiso valenciano e dall’inferno orobico, a gettarli a terra ci aveva pensato il presidente della Juve: “Senza storia internazionale e con una grande prestazione sportiva è giustoche acceda in Champions l’Atalanta e non la Roma?”- in sintesi il suo pensiero. La Dea che ‘rubava’ il posto nell’Europa più bella- il terzo poi, nemmeno il quarto-iniziava a dare fastidio. Immaginatevi adesso, 13 lunghissimi mesi dopo, che l’Atalanta è stata l’unica italiana a sfiorare le semifinali, che si è ritrovata di nuovo agli ottavi di Champions contro il Real Madrid. Non solo, che si gioca la finale di Coppa proprio contro la Juve e che soffia (per ora) ancora il posto a quella storica ma settima Roma a -7 colli dalla Dea. E infatti, ma sarà sicuramente un caso, a 5 giorni dalla sfida contro la Juve e a 9 dall’altro match decisivo contro la ranking-Roma, arriva un’altra mazzata. 
     
    QUANTE STRANEZZE- Il condottiero dell’Atalanta Gian Piero Gasperini rischia 20 giorni di squalifica, chiesti dalla Procura federale per condotta offensiva nei confronti del sistema antidoping, dal 10 maggio. Fino a quella data filtrerà poco nulla da società e mister Gasp, che ha deciso di attendere l’udienza dibattimentale. Fissata, forse meno a sorpresa di quei test extra competizione, ben tre giorni e tre mesi dopo il fattaccio. Perché proprio in concomitanza con le partite decisive per Europa e Coppa Italia? Perché la Lazio, per il caso tamponi, poté ottenere il rinvio della prima udienza? Non solo, Gasperini ha anche deciso di respingere il patteggiamento di 10 giorni offerto dal giudice federale. Pochi, comunque, se consideriamo le presunte invettive contro ispettore Figc e struttura antidoping. Che però fanno presto a raddoppiare- e a tenerlo lontano, non solo dalla panca, ma perfino dal centro Bortolotti di Zingonia!- appena l’allenatore sceglie di non scendere a compromessi. Eppure, tutti potevano intuire che non l’avrebbe fatto: il tecnico di Grugliasco ci tiene a difendere le sue convinzioni-il caso Gomez insegna- senza scendere a patti, se ritiene di aver ragione, come in questo caso, dove pare che non se la sarebbe presa nemmeno con tutto il sistema, ma solamente ‘ad personam’ (Corriere della Sera-Bergamo). Tra l’altro il regolamento contempla “il completamento di una sessione di allenamento” prima di effettuare i test, senza bisogno quindi di togliere del tempo prezioso in giorni concitati e sovraccarichi di gare alla seduta di Robin Gosens. A pochi giorni poi dalla semifinale di ritorno di Coppa contro il Napoli. Senza che un ispettore rimanga nel mentre a bordocampo, così vicino al mister, in concitante attesa del tedesco.
     
    CICLO SÍ, STORIA NO- Ma tant’è, ora il rischio è che, oltre a Benevento e Genoa il 12 e 16 maggio, il cittadino onorario di Bergamo perda anche la finale di Reggio Emilia- una Coppa che l’Atalanta aspetta di rialzare dal 1963- e la partitissima, che potrebbe decidere la Champions, del 23 maggio contro il Milan. Il suo secondo Tullio Gritti sa il fatto suo e porta bene all’EuroDea, certo, ma siamo sicuri che dietro tutti questi complimenti al bel gioco dell’Atalanta di mister Gasp non si celino timori e fastidi ora che il ciclo sta assumendo i contorni della Storia?

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