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Atalantamania: enigma de Roon, lui vuole Bergamo e Bergamo lo vuole. Ma basterà?
L’AMORE PER BERGAMO – Quando l’abbiamo chiesto all’amico Gomez, la risposta è stata confortante: «de Roon vuole fortemente tornare a Bergamo, non sceglierebbe nessun’altra squadra». Se ne vuole andare dal Middlesbrough e come prossima meta brama solo la stella a cinque punte dell’EuroAtalanta. Eppure è passato un mese e della trattativa lampo non è rimasta che la delusione negli occhi dei tifosi, che ci sperano ancora: all’Atalanta Store aspettano a comprare la nuova maglia per farci incidere con sicurezza il doppio nome amico. Nulla di strano, vista la stagione ’15/’16 disputata da noi: 37 prestazioni da protagonista, assist contro il Milan, guarda caso, per Gomez, gol al Palermo e in Coppa Italia, e un impegno serio e costante. Il suo amore per la città l’ha manifestato girando un video nel cuore di Bergamo Alta, improvvisando una partitella con dei bambini. Lui è uno così, che se ti incontra per strada ti saluta, ci si beve un caffè insieme, si scambiano due chiacchiere. E nonostante i bergamaschi siano dipinti come individualisti e scontrosi, questo ragazzo espansivo e caloroso gli è rimasto nel cuore.
L’ESPERIENZA OLTREMANICA – E nel cuore è entrato anche ai tifosi del Middlesbrough, la squadra in cui ha militato la scorsa stagione in Premier League. Il primo ottobre, dopo la partita contro il West Ham, de Roon perde il treno e accetta il passaggio in minibus da un gruppo di sostenitori, con cui canta i cori del Boro e analizza la partita. Oltremanica però, le cose non gli sono andate benissimo. Un infortunio alla coscia a inizio stagione lo condiziona, gioca tre partite in meno che a Bergamo e, nonostante i suoi 4 gol, la squadra inglese retrocede: contro il Liverpool chiude la stagione in panchina, con sole 5 vittorie a fronte di 20 sconfitte. Insomma, lontana l’epoca delle fasce da capitano nell’Heerenveen o dei sorrisi in Italia quando chi incontrava lo chiamava “The Bulldog of Bergamo”.
THE BULLDOG OF BERGAMO – Bulldog il suo soprannome, perché fa male a centrocampo: i suoi interventi decisi gli sono costati 8 cartellini al Middlesbrough e 11 gialli e un nomignolo all’Atalanta. Un centrocampista centrale del suo calibro però, risoluto e di peso, è proprio quello che nella squadra di mister Gasperini manca: Schmidt non è al meglio, Haas e Pessina devono rodare, Cristante è in forma, ma l’impegno dei nerazzurri sarà triplo. Urge qualcuno che dia rinforzo a Freuler, con cui condivide la passione per Federer, e faccia coppia con Hateboer, olandese come lui. Una spinta in più che porterebbe l’Atalanta ancora più a nord, dopo l’arrivo in avanti del danese Cornelius. Marten conosce già alcuni compagni, Zingonia è la sua seconda casa e non ha bisogno di imparare la lingua, che dopo qualche fatica masticava più che bene. Ma allora, perché non è già qui?
Sì O NO? –Percassi è laconico e pessimista: «La vedo difficile, sarà dura riportarlo a Bergamo». Ma forse è solo strategia, visto che sembra questione di giorni per l’annuncio fatidico. Il no è solo un problema di soldi, di un milione per la precisione: all’inizio l’affare prevedeva 14 milioni, di cui 4 di bonus, ma quando sembrava essere fatta, l’offerta è stata alzata a 11 milioni + 4. Il team inglese non demorde, sa che gli interessi in gioco da entrambe le parti sono alti e, per la legge del mercato, anche il prezzo sale. Lui è disposto a tagliarsi parte dell’ingaggio e più di così proprio non può fare. Van Basten gode per averlo lanciato, L’Heerenveen gode contando le sue plusvalenze, ma ora vogliamo goderne anche noi. Poi ringrazieremo di cuore Percassi per lo straordinario mercato, non paragonabile a quello del Milan solo per l’enorme disparità di finanziamenti in campo. L’Europa ormai è a un passo e noi vogliamo compierlo insieme a de Roon.
Marina Belotti