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Atalantamania: con le mani e con i piedi all’Europa ciao ciao, semifinali ultima spiaggia!
MALE I SINGOLI- Scoraggiati dalle posizioni perse in campionato, i nerazzurri perdono di entusiasmo al fischio iniziale, subiscono altri gol e perdono altri punti. Un cane che si morde la coda all’infinito. Pecca la squadra, ma sbagliano anche i singoli. Steccano i veterani (Toloi, Hateboer), gli stacanovisti (Pasalic, Pessina), e anche i più freschi (Malinovskyi, Miranchuk, Zappacosta, Zapata, Scalvini, Pezzella). Il mix del mini turnover non paga, ma il problema è la mancanza di motivazioni a segnare: prendere due gol in ripartenza, con la Dea sbilanciata in avanti, ci può anche stare (merito al Sassuolo e a Traore), ma disturbarsi a vicenda sulla linea di porta (Zapata e Pasalic), non cogliere l’attimo, non trovare il guizzo e non inquadrare la rete sono errori da squadra di media-bassa classifica, come sarebbe l’Atalanta senza i punti raccolti all’andata, quando di solito fa peggio che al girone di ritorno. Ritroverà stimoli solo se eliminata dal Lipsia e quindi con la Serie A come ultima spiaggia? Speriamo di no.
SPAREGGIO COL LIPSIA DECISIVO- Con la testa al Gewiss Stadium per il match da dentro/fuori di giovedì sera (ore 18.45), i nerazzurri non dovranno sbagliare. “Sicuramente scenderà in campo un’altra Atalanta”, ha detto a fine gara Zappacosta, come se sapesse già con assoluta certezza che basterà un inno europeo per far cambiare alla Dea completamente faccia e indossare la divisa da supereroe. Peccato che il Lipsia venga da una vittoria per 3-0 contro l’Hoffenheim, è in piena zona Champions, a 1 punto dal terzo posto. A segnare bomber Nkunku, ma anche i cambi europei Halstenberg e Szoboszlai (che traversa giovedì!). Solo le semifinali con vista sulla finale (Braga o Rangers permettono di sognare) salverebbero una stagione da dimenticare per tanti, troppi, motivi: infortuni muscolari, addio di Gosens, torti arbitrali, ondata di Covid).