Atalantamania: che pasticCionek! L’Europa non è di rigore
HATEBUU- Quel passaggio del numero 33 atalantino a Viviani, quando l’Atalanta era già sotto di 1-0, è la fotocopia in bianco e nero(azzurro) degli ennesimi errori e regali donati agli avversari, gol di Cionek compreso. E se il brasato consumato cinque ore prima del match non è andato di traverso, è solo grazie alla traversa che la Dea bendata ha fatto colpire al ferrarese. Hateboer però è solo l’ultimo nome di una lista che inizia con il Toloi di Coppa e continua con i vari Castagne e Haas. Per non parlare degli errori altrettanto pesanti davanti alla porta, quando Freuler la spizza di testa ma non mira la rete. Ora che la Dea è Viola di rabbia, chissà che la reazione per scalzare la Fiorentina non torni proprio contro l’Inter sabato sera. Partendo magari, tra le stonature del match, dalle due note positive emerse.
DISCHETTO D’ORO- Quando l’arbitro ha indicato il dischetto, l’intero popolo nerazzurro ha esultato: dopo essere finiti sotto e aver messo pressione ai nemici, ecco la ricompensa. Fermi un attimo però: chi lo batte? Gomez escluso a priori per le ultime due falle, Ilicic fuori per infortunio, il tifo orobico ha cominciato a tremare, temendo un nuovo spreco gettato al vento a undici metri dal pareggio. Una paura resa ancora più vivida quando l’olandese volante, che in settimana ha pure perso il portafoglio in quei di Bergamo, si è presentato a tu per tu con Meret: il gioiellino della Spal ha intercettato traiettoria e sfera, ma l’ex Premier ha sorriso. E non è stato l’unico a farlo.
CANTAMI, OH MUSA- Sorrideva anche il Gasp, dando il benvenuto al nuovo vice-rigorista, e ammirando quel chicco di caffè che si faceva in un sol boccone i biancazzurri di casa: crossava, dribblava e tirava persino in porta. Ormai Musa Barrow sta assumendo sempre più il suo ruolo da protagonista anche in Serie A e, ora che la Primavera è sbocciata, è il momento che faccia esplodere la prima squadra Atalanta. Gasperini sta pensando a lui come prima punta, vista la mancanza in rosa nerazzurra, ed è ora di osare. Come con i rischi Gagliardini e Caldara, la cui prima volta in campo sancì l’inizio della fine del ciclo amaro bergamasco, anche oggi l’Atalanta ha bisogno di una svolta per riprendersi. Segnare sempre in trasferta (tranne che con Juve e Inter) non significa Europa League: la Uefa non è di rigore, non basterà questo. Serve che il Gasp tiri fuori, oggi come un anno e mezzo fa, il suo asso nella manica e la furia di vittorie si impossessi dell’Atalanta. Petagna è squalificato, basterà solo girare pagina e iniziare un’altra storia: “Cantami, o Musa Barrow, l’ira della Dea….”.