Atalantamania: Champions a Bergamo, ne vale la pena?
I PRO- Più che una candela, di certo il gioco vale le luci e i riflettori che da inizio ottobre invaderebbero il Gewiss Stadium proprio per il gioco del Gasp, che vale eccome. Far giocare la Champions a Bergamo è ormai il mantra della famiglia Percassi - anche di notte si svegliano di soprassalto con l’irrefrenabile voglia di mettere fretta ai ‘men at work’ che già bruciano i tempi grazie al caldo infernale. Poter alzare tra tre mesi il volume della musichetta al Gewiss Stadium è ora, per patron Antonio, una ragione di vita. Portare la prima Champions in mezzo alla sua gente, a 1 km da quella Porta Nuova dove si è passati dal festeggiare una salvezza al celebrare il terzo posto, sotto le Mura e le Porte di Città Alta che d’estate si tingono di nerazzurro, a pochi metri da quel Lazzaretto dove tanti sportivi si allenano col naso all’insù sognando l’Atalanta e a due passi dai palazzi di viale Giulio Cesare zeppi di ‘Grazie Ragazzi’. Avere i campioni in casa- e ormai non si sa se ci si riferisce ai nerazzurri o agli avversari- sarebbe la ciliegina su una torta a tre strati di altrettante annate fantastiche. Al pensiero gli occhi luccicano, ma non è mai tutto oro come la Coppa, si sa, perché c’è un prezzo da pagare.
I CONTRO- Tempi stretti, anzi, strettissimi, lavori in più non programmati sotto un’umidità che non risparmia, minore capienza, dilemmi logistici. Sono queste le problematiche che il direttore operativo Roberto Spagnolo e i suoi uomini dovranno risolvere in settantacinque-novanta giorni. Sulla carta, quest’estate-dopo il Demolition Day- toccava solo alla Curva Nord risorgere dalle sue ceneri, ma sul campo l’Atalanta ha scritto un altro finale. Per ottenere la licenza Uefa servono allora modifiche istantanee, che non possono essere rinviate alle prossime due estati come il piano di lavoro prevedeva. Gli spogliatoi vanno rifatti subito, così come l’impianto di illuminazione, i seggiolini vanno cambiati (e ordinati subito per farli arrivare in tempo, con il ‘sì’ ancora in sospeso), e c’è da risolvere il problema parcheggio. Anche rimboccandosi le maniche e i calzoncini, rimarrà l’annosa questione su come contenere migliaia di persone fuori dallo stadio (dove fai due passi e sei in piena città) e all’interno, con un boom di richieste che accontenterà meno persone di quelle costrette al di qua dei tornelli. Ma di altri accordi con Squinzi, l’Atalanta al momento non ne vuole sapere: Imu, Tasi e Tari hanno come sigla BG.
DESTINO IN VENTI GIORNI- Ma la vera domanda è: “La Uefa preferirà far giocare la Champions a Reggio o nella città col centro commerciale più grande d’Italia che ha anche il terzo aeroporto della penisola?”. Introiti a parte, la delegazione- dopo una cena succulenta a base di polenta taragna- non ha lasciato niente al caso nella casa bergamasca e ha ispezionato ogni centimetro dello stadio, dando tutte le indicazioni perché sia a norma per ospitare le partite della fase a gironi. Ora la Società farà una verifica tecnica della fattibilità a livello di tempi: a fine luglio il verdetto, poi via alla campagna abbonamenti- la più veloce di tutti i tempi- che quest’anno sarà una città-abbonamenti, visto che tutti lo vogliono.Intanto sul mercato si aspettano mosse a sorpresa prima dell’11 luglio, ma solo a centrocampo e in difesa. Ormai l’attacco è off limits, parola dell’ad Luca Percassi: “Gli attaccanti non vogliono più venire a Bergamo perché sanno che, col tridente riconfermato e l’acquisto di Muriel, starebbero in panca”. La palla passa quindi alla difesa, del resto Bergamo sta già difendendo il diritto di giocare la Champions in casa.