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    Atalantamania: bella fuori, ma ancora acerba dentro

    Atalantamania: bella fuori, ma ancora acerba dentro

    'All'inizio della gara avevo chiesto una prova di maturità alla squadra: non accetto di finire una partita in questo modo.' Parole a caldo di Edy Reja che ben mettono in chiaro le lacune dell'Atalanta vista col Chievo e che ben si riassumono in un unico concetto: questa Atalanta è ancora immatura.

    Già, perchè una partita condannata allo 0-0, non la si può scombussolare con un fallo di reazione al 21’ del quando Paloschi vola in area (contatto molto dubbio) su intervento di Cherubin, poi va a provocare il difensore che reagisce con una testata e si fa buttare fuori. Sebbene ci sia stata una lampanta provocazione, non si può perdere la testa (giusto per rimanere in tema) così. E, a livello prettamente calcistico, l'accoppiata di mezzo, Stendardo-Paletta, è di gran lunga migliore di quella proposta ieri. Quando poi  ti ritrovi a giocare in dieci contro undici, le cose si complicano ulteriormente in ogni reparto e, con l’uomo in più, il Chievo è riuscito a mettere a segno il gol che ne ha determinato la vittoria: assist di Meggiorini per Birsa che di sinistro batte Sportiello col pallone che passa sotto le gambe del portiere, al quale, va merito, tuttavia, di essere stato autore di un'altra grande prestazione, in aggiunta al quale va ricordato il rigore parato in precedenza di Paloschi. Se prima del gol l'equilibrio regnava sovrano in campo, la squadra è andata  in crisi facendosi schiacciare nella sua metà campo e a nulla è valso l'inserimento di Monachello. Oltre il danno, la beffa con Kurtic che nel finale è protagonista di un battibecco con l'arbitro Pasqua il quale lo invita ad andare anzitempo negli spogliatoi.

    L'Atalanta, dopo i cartellini volati con i clivensi, gode di nove epulsioni nell'arco di sedici partite. Si parlava appunto di maturità. Ed è forse quella che manca a questa squadra per fare il salto di qualità.

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