Atalantamania: altro che disc(chetto) d’oro, il Papu stona
SPEEDY GONZALO- “3 minuti solo 3 minuti per fidarti di me” cantano Sangiorgi e Higuain: pronti e via, i colleghi torinesi si fidano e ammirano il Pipita che, d’oro vestito, approfitta subito di una débâcle a catena di di de Roon, Palomino, Masiello e compagnia bella, per infilarla alle spalle di Berisha. Dopo Higuain, per la Dea arrivano i guai: contenere la furia del tridente in lotta per lo scudetto e ribaltare il risultato dopo le gare di Coppa e di campionato, appare un’utopia. A cui bisogna credere.
ANTI-NEBBIA- Non cadendo in confusione come ieri sera. Eppure, il giallo delle casacche juventine si vedeva a distanza, anche in mezzo alla nebbia. Offuscata era forse la testa degli atalantini, disorientati sulle ripartenze, le miriadi di cross, assist e triangolazioni che hanno fatto impazzire la difesa nerazzurra, orfana di Caldara. Giallo polenta le divise ospiti, un po’ lenta la Dea che a centrocampo non ha saputo costruire azioni e non ha inciso in attacco. Il Gasp ha tentato anche il colpo alla Latte Lath, buttando nella mischia il giovane Musa Barrow, al suo esordio: altro che Primavera, il classe ’98 ha dimostrato che in inverno inoltrato sa destreggiarsi abilmente in area piccola, con la giusta dose di sano egoismo che caratterizza le punte. Se lì davanti Cornelius e Petagna rimangono quelli che sono, è ora che la Dea invochi la sua Musa.
RIGORI A PORTATA- I sessant’anni del Gasp alle spalle, la metà delle primavere di Ilicic appena festeggiate, ma l’unico a esultare è Buffon con i suoi quarant'anni (e non sentirli). Ha sentito solo la steccata del Papu: gli aveva appena fatto gli auguri attraverso il suo profilo Instagram, celebrandolo insieme al figlio, ma il regalo di Natale ha voluto portarglielo di persona, dal dischetto. Che non è il disco che ha appeso nella parete di casa sua, ma una danza rimasta senza musica per troppo tempo: nell'ultimo anno, tre rigori sbagliati su cinque tirati. Troppi. Eppure l’Atalanta, tolto Kessié, non ha mai avuto un rigorista affidabile: sbagliare un tiro dagli 11 metri in una partita d’importanza storica, sotto di una rete, è un rischio che la Dea non può permettersi di correre. E allora guardiamo le statistiche, e sorridiamo. A parte Ilicic, che non era in campo (17 volte su 20 in gol), una delle medie più alte la detiene un tal Etrit Berisha, con quattro rigori a segno su cinque. Allora, chi si candida per la porta?