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     Atalantamania: addio Champions, ora conta solo l’Europa League!

    Atalantamania: addio Champions, ora conta solo l’Europa League!

    • Marina Belotti
    Dal calcio spettacolo contro il Leverkusen al non calcio contro il Genoa. “Qual è la vera Atalanta?”, si sono chiesti ieri sera i tifosi bergamaschi tornando a casa. E soprattutto: “Cosa ne sarà di lei?”. Se stasera la Lazio affonderà il Venezia, la Dea precipiterà in Conference: Lazio a 49, Roma a 48, davanti negli scontri diretti, e Atalanta sempre più giù, ancora in attesa di giocare la gara col Torino. Ora la Dea sembra arrivata a un bivio: lanciarsi in Europa League, dando il tutto per tutto nelle prossime sei gare per sperare nell’accesso diretto alla Champions tramite trofeo o lasciar perdere il prima possibile la competizione a cinque stelle per invertire la rotta in campionato? Qualunque sia la scelta, la testa va all’Europa League: la Champions sembra ormai lontana e questa Dea a due facce non ha la continuità di rendimento che serve per conquistarla.
     
    COSA NON HA FUNZIONATO- La Juve viene da quindici risultati utili consecutivi, l’Atalanta da 8 gare in Serie A in cui ha messo a segno 6 gol, e 4 solo con la Sampdoria. L’attacco, senza Zapata, langue, i singoli non incidono, la difesa non sale a fare l’attaccante aggiunto, dal centrocampo non si innescano più le ripartenze, le fasce non propongono idee e cross. Un Genoa che si chiude in barricata stimola sicuramente meno di un Leverkusen che gioca e si scopre, ma anche i più basici meccanismi ieri non hanno funzionato. Quasi assenti Zappacosta e Maehle nel gioco sulle fasce, Scalvini è rimasto inchiodato in difesa, Pessina e Pasalic inadatti a stare sulla mediana, Muriel poco cinico, Malinovskyi un fantasma. E anche i cambi non hanno dato i frutti sperati dal mercato: Boga ha lasciato idee e fantasia in panca, Mihaila non ha trovato il varco. Sul mercato, forse, si sarebbero potute fare scelte diverse.
     
    SCELTE, NON SOLO DI MERCATO- Come tenersi stretto Gosens, da cui sarebbe arrivata una pioggia di assist e cross proprio nel momento più decisivo della stagione. O Piccoli, un talento nell’ultimo passaggio. E la scelta di prendere Boga e Mihaila, al posto di prime punte, ora pesa. Ma se non ha senso guardarsi indietro, la Dea dalle due facce che volge lo sguardo al futuro dovrà prendere una decisione: Europa League 2021/2022 o Europa League 2022/2023? Col Bologna, prossima avversaria domenica sera, il rischio di un altro 0-0 è alto (finì così anche all’andata), mentre i quarti di finale, con Wirtz che ha detto addio al crociato, sembrano a un passo.

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