Atalantamania: 80 voglia di Champions! Inter, è solo questione di tempo
TRA ROMA E MURIEL- Come mister Gasp, non diciamo che è archiviata la pratica giallorossa, solo per superstizione e matematica. Ma la Dea delle meraviglie viaggia a +10 punti di vantaggio (9, ovvero tre gare in cui la Roma dovrebbe vincere e l’Atalanta perdere per recuperare il distacco) e il punto virtuale dato dagli scontri diretti. Del resto Fonseca leva sale alla gara insieme a Mkhitaryan e Dzeko(l’unico tiro in porta degno di nota del primo tempo) e Zappacosta e Diawara fanno il resto. Ma non sono solo i numeri, folli e sinceri, a dirottare la Dea verso altri sorteggi. C’è un Papu Gomez condannato da media e tifosi al turnover che invece ti fa 90’ da migliore in campo, se non fosse per l’ingresso del colombiano tutto sorrisi e reti. Il capitano è mancato solo una volta, contro il Bologna, e non finì bene per la Dea. E poi l’ha detto lui, la domenica in campo si riposa, quindi è giusto lasciarlo al suo relax al Gewiss Spadium anche contro il Napoli.
Luis Muriel invece è una manna scesa dal cielo sopra Udine, averlo contro una condanna. Lo sa bene mister Gotti che quando ha visto il tabellone luminoso segnare un 9, ha pensato proprio ai 9 gol infilati dal bambolotto nei cambi in corsa. Il miglior risultato di sempre per un giocatore di A col campionato a 3 punti. Ma a lui non basta più, e quando punta il dito al leader della Dea dalla capigliatura folta e grigia sollevandolo in aria gli dice: “Ora prova a lasciarmi fuori dal 1’!”. In campionato ha raggiunto Ilicic a quota 15, superando il connazionale Zapata, a -1. Come l’Inter fino all’83’, ma la differenza della qualità tecnica tra le cugine è lampante.
TRA INTER E NAPOLI- Non sono solo le perle dai 25 metri, i tiri al volo e le punizioni nel sette. Sono la grinta, il gioco a memoria, le pennellate che non tagliano il centrocampo, ma fanno della mediana il perno tra attacco e difesa. Solo quest’ultima langue, ma la terza non è da meno: spaventano Djimsiti e Toloi, ma a preoccupare è soprattutto Caldara, che ad ogni errore allarga le braccia sconsolato e abbassa la testa. Sembra non crederci più nemmeno lui, proprio quando la Dea professa più convinta che mai la sua fede all’Europa più bella. Atalanta e Inter giocano una gara in più prima delle altre, ma se per la prima diventa un vantaggio, per la seconda è l’esatto opposto, fonte di stanchezza. È solo questione di tempo, del prossimo scivolone di una nerazzurra, mentre l’altra inanella la quarta vittoria.
Proprio contro il Napoli di Ringhio Gattuso e del suo “Più di così non possiamo fare”. Già sbagliato, l’Atalanta non l’ha mai detto e l’ha sempre fatto, ‘più di così’. Poi tornerà titolare Josip Ilicic, il prediletto da Aurelio De Laurentiis, che nessuno si è accorto fosse in panca nelle 3 vittorie da 3 punti, nei 10 gol in una settimana dopo i 4 mesi di pausa. Numeri che fanno paura persino all’eversore Zdenek Zeman, che di gol in faccia ne ha sempre presi a raffica, e pure fregandosene bellamente. Ma quando spunta l’invidia e l’incredulità, è più facile dare la colpa al campo, al meteo, all’estate e agli alieni, nel caso della Dea. E’ strano che si sia preparata così bene nonostante quel che accadeva a Bergamo? No, si è preparata così bene proprio per quel che accadeva a Bergamo, con la promessa di regalare gioie e stelle ai suoi tifosi. Ma a dire il vero sì, chi in questo mondo mantiene la parola data e lavora duro, è in tutto e per tutto un alieno. Un extraterrestre chiamato Atalanta che per il 2 luglio ‘telefona a casa’, pronta a far pagare un extra al ben più ‘terrestre’ Napoli.