Atalanta, Samaden: 'Percassi mi ha fatto cambiare idea. Il settore giovanile e l'Under 23...'
BERGAMO - “Non possiamo non prescindere dal territorio, come non può accadere a nessuno. Cercheremo di essere al passo coi tempi, quindi non vivremo solo di quello. Anche le regole di fatto obbligano a questo, visto che per una larga fetta del percorso non si potranno avere ragazzi fuori regione. É la base di partenza del tutto”.
UNDER 23 - “Per me è sempre stato un sogno avere una società U23. É innegabile che quel tipo di investimento è clamorosamente importante per un responsabile di settore giovanile”.
OBIETTIVI - “Qualsiasi ragazzino vuole vincere, a maggior ragione se giovane. Noi adulti rendiamo questo un problema. Bisogna preoccuparsi della base, perché spesso non c’è un ambiente sereno nell’ambito delle partite. I grandi devono insegnare anche a come si perde una partita. La vera differenza tra noi e l’Europa è che l’ambiente non è così adatti a una serena crescita dei ragazzi”.
ALLENATORI - “L’idea di massima è di confermare tutti. Vedremo se qualcuno preferirà prendere altre strade. Ho iniziato a lavorare ieri all’Atalanta, poi assieme a Finardi e gli altri collaboratori definiremo l’organico degli allenatori”.
MOGLIE - "Essendo mia moglie bergamasca ho un buon legame con questa terra. Capisco anche il dialetto, anche se non lo parlo (ride, ndr)”.
ALLENAMENTI - “A me piace guardare partite e allenamenti, ma al contempo conosco i miei limiti. Ho bisogno di essere circondato da persone che conoscono il calcio di grande livello. Un altro sogno che realizzo è affacciarmi dal terrazzo e vedere tutti i ragazzi allenarsi. L’attenzione alla scuola? Oggi ancora di più è importante avere attenzione a 360°, senza sostituirsi alle famiglie. I ragazzi sono persone che hanno bisogno di attenzione. Devo poi ringraziare il mio predecessore Costanzi, che è stato il primo a telefonarmi appena ha saputo della scelta della società. La cosa più importante è saper giocare a calcio e eseguire il gesto tecnico nella maniera migliore”.
PRIMAVERA- “Sicuramente parte da un discorso più complesso, a cominciare dal fatto che in Italia si considerano i classe 2000 come giovani”.