Atalanta-Psg: tre dubbi per Gasperini. I tifosi: 'Come una finale mondiale. Attacchiamoli, si stancheranno presto'
Sono venuti in 11 con pullman, aereo e funicolare verso l’hotel che affaccia sul da Luz. La tensione è alle stelle, come quella sfera Champions che alcuni di loro si sono fatti tatuare sulla pelle, ma le sensazioni-anche se sottovoce- sono tutte positive: Iris, Monica e Mea esibiscono con orgoglio il loro striscione nerazzurro portato da Rovetta alla Praça de D. Pedro IV, dove stasera un maxischermo trasmetterà la partita da dentro-fuori. “Abbiamo la certezza di fare la storia, perché già giocando una Final Eight la scriviamo”, spiega la nerazzurra Pamela Barcella, “ma abbiamo anche sensazioni positive, il Psg è decimato e si stancherà subito, noi invece siamo abituati a correre a mille all’ora”.
“Attaccare, attaccare, dobbiamo aggredirli e togliergli il respiro”: gridano i nerazzurri. Felicissimi, nonostante lo scetticismo del tecnico cittadino onorario, che Mbappé sia “molto probabilmente out”, che manchino nello schieramento colossi come Di Maria e Verratti. “Se c’erano loro due, che seguo sempre alla Tv, erano guai, mi spaventa Sarabia che è un po’ un cavallo pazzo e il jolly di Tuchel, ma quello che temo di più è Neymar, scappa via a tutti”, confida in un bergamasco stettissimo Egidio Bettinelli, settantenne di Ardesio.
Il segreto, secondo i fan orobici della Dea, sarà mettere tre uomini sul brasiliano: il connazionale Rafael Toloi, coadiuvato da Timothy Castagne e Marten de Roon. Blindato lui, la Dea potrà partire alla carica, forte dei 98 gol in campionato e del morale alto grazie al terzo piazzamento in Serie A: “Anche Gasperini l’ha detto, questo ci aiuterà ma c’è una cosa che io temo più che Neymar, e sono i rigori”, rivela Luigi Nessi di Bergamo città. Già, se Sportiello se la cava meglio di Gollini a parare i tiri dagli 11 metri, non si può dire lo stesso dei battitori della Dea, costantemente ipnotizzati dal dischetto: “E uscire così sarebbe proprio da polli....”, conclude Nessi.
La squadra si è allenata questa mattina al Pina Manique, sempre sotto stretta sorveglianza, e ora il tecnico Gasperini ha le idee chiare: sa se schierare Palomino o Caldara, Castagne o Hateboer, Pasalic o Malinovskyi, i tre in ballottaggio. Muriel no, per tutti partirà dalla panca e cambierà, come sempre, gli equilibri della gara.
Intanto i tifosi posano le loro bandiere “Atalanta-Paris Saint Germain” sui monumenti di Lisbona e i manifesti della Champions, poi si ritireranno in hotel per riposare, almeno un po’, e realizzare quel che sta per accadere, ognuno per conto suo: “Ci ritroveremo solo alle 19 (le 20 italiane, ndr) quando, a un’ora dalla gara, mangeremo un panino in un locale che trasmette la partita a due passi dal da Luz, il Lisbon Burger House&Pizza”. Qualcuno all’inno Champions tenderà l’orecchio oltre la vetrina, ma i cancelli dell’impianto sono offlimits da questa mattina e, se non si ha un pass Uefa, e stadio lo si può rimirare solo da lontano. Pazienza, l’importante è sapere di essere lì, a meno di un km dai loro beniamini, che stasera potranno accedere-e ci credono tutti- a delle semifinali storiche battendo la più forte di Francia: “Se la Dea vince mi faccio biondo e mi traferisco a Lisbona!”, promette Federico Lunghi, e molti altri accettano la sfida.